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Pannella – Formigoni: botta e risposta al veleno

Nuova polemica fra il leader dei Radicali ed il Governatore della Lombardia: un botta e risposta che ha radici lontane e promette sviluppi clamorosi.
A cura di Cristian Basile
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FORMIGONI

Che tra Marco Pannella e Roberto Formigoni non corresse buon sangue lo sapevamo già da un po'. Personalità troppo diverse forse, culture divergenti e pensieri politici opposti; il primo si definisce radicale, liberale, anticlericale, antiproibizionista, nonviolento e gandhiano; il secondo ultracattolico fin da ragazzino, studia e si laurea all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, entra in Comunione e Liberazione ed il suo impegno politico è profondamente legato al suo attivismo religioso (qualcuno ricorderà che Formigoni è stato criticato per lo Spoil system in quanto, secondo alcuni, aveva garantito l'occupazione di tutte le posizioni di potere proprio ad esponenti di CL).

Di sicuro, comunque, negli ultimi tempi il già poco idilliaco rapporto tra i due politici sembra essersi incrinato definitivamente: i radicali della Lombardia alle ultime elezioni regionali avevano fatto ricorso contro la lista del presidente Roberto Formigoni, «Per la Lombardia», in un primo tempo estromessa e poi riammessa dal Tar; poi, qualche mese fa, hanno presentato una denuncia per falso nella raccolta di firme (le avevano fatte controllare da un perito calligrafico che dimostrò che almeno 274 firme erano false). Pannella si rivolse a Formigoni con parole non propriamente di stima affermando che si augurava per lui “l’arresto almeno per un po'" e aggiungendo che era evidente "la sua arrogante quanto ormai disperata disonestà intellettuale e operativa […] c’è da sperare che il regime corrotto e corruttore che ha in Lombardia il suo principale esponente in Formigoni veda, dopo un sessantennio, giudicati e condannati".

Alle accuse il Presidente della Lombardia rispose: "È la solita iniziativa propagandistica dei radicali ai quali non intendo fornire alcuna eco. Le loro affermazioni sono del tutto false, offensive e infondate". La  "battaglia" di Pannella contro Formigoni era continuata poi anche a gennaio quando gli esponenti radicali Marco Cappato e Lorenzo Lipparini, anche per conto dello stesso Pannella, avevano presentato agli uffici del procuratore aggiunto Alfredo Robledo una memoria nella quale evidenziavano irregolarità e falsi nella raccolta delle firme a sostegno della candidatura a consigliere regionale di Nicole Minetti, implicata a pieno titolo nel caso Ruby. Il pm ha ipotizzato i reati di falso materiale, falso in atto pubblico e falso ideologico."Minetti – ha spiegato Cappato – è entrata in lista con modalità illegali e noi l'avevamo già denunciato pubblicamente dieci mesi fa". Cappato ha chiarito che "secondo notizie di stampa" l'igienista dentale è entrata nella lista il 25 febbraio. "Hanno riaperto la lista all'ultimo momento utile per farla entrare – ha proseguito – visto che il 27 scadevano i termini di presentazione". L'ingresso in lista, ha spiegato ancora, "è stato concordato in due vertici ad Arcore del 23 e 24 febbraio alla presenza anche di Bossi e Formigoni". Dal 13 al 23 febbraio, però, "erano già state raccolte circa 2mila firme a sostegno della lista sulle quasi 4mila totali". Dunque, secondo i radicali, la Procura deve indagare sulle responsabilità penali per l'irregolare raccolta delle firme, avvenuta nei giorni compresi tra i vertici di Arcore e la scadenza per la presentazione della lista. "Noi vogliamo che si indaghi non solo sugli autenticatori delle firme – ha concluso Cappato – ma anche sulla catena di comando che ha gestito la vicenda".

L'ultimo round dello scontro Pannella-Formigoni si è svolto ieri dopo un duro botta e risposta tra i due. In una intervista al Tg1 lo storico leader dei radicali si è soffermato sulla notizia di poco tempo fa, quando voci di corridoio volevano un avvicinamento dei Radicali al Governo di Silvio Berlusconi. Nello smentire che il suo partito politico non appoggerà l’Esecutivo né, tantomeno, andrà ad infoltire la maggioranza governativa, Marco Pannella prende lo spunto per puntare il dito contro il governatore della regione Lombardia, ma anche i pm di Milano affermando che tra coloro che hanno convenienza a sbarazzarsi di un Premier come Berlusconi c’è “la magistratura di Milano, con quel signore neopromosso Bruti Liberati che è pronto a far fare la marcia su Roma ad uno che è molto casto, ma anche molto imbroglione come Roberto Formigoni”. Poi rincara la dose, lanciando anche un'accusa non troppo velata a Comunione e Liberazione: “Formigoni è protetto da quella magistratura milanese che ha fatto l’impossibile per incastrare Berlusconi e ci è riuscito sulla storia della p… mentre, contemporaneamente, ha lasciato impunito un presidente, un regime come quello di Cl, con buona pace di don Giussani". Puntuale la replica di Formigoni che cerca di schivare i colpi e di passare al contrattacco: “Che Pannella fosse un prevaricatore violento, lo sapevamo da tempo. Ora abbiamo un’altra certezza: è pazzo!”.

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