Paita (IV): “Giorgetti annuncia Manovra lacrime e sangue, Meloni si inventerà un complotto per distrarci”
Hanno sollevato dure polemiche – anche interne – le parole del ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti: la prossima manovra richiederà "sacrifici a tutti", ha detto il titolare del Mef, parlando della necessità di "contribuzione" da parte di tutti e lasciando intendere che ci fosse allo studio un possibile aumento delle tasse per banche e grandi aziende. Tutti gli esponenti del governo interrogati sulla questione si sono affrettati a chiarire che no, non ci sarebbe nemmeno l'ipotesi di una nuova tassa. Ma resta il fatto che le risorse a disposizione per la manovra sono poche.
Raffaella Paita, coordinatrice di Italia viva e senatrice in commissione Bilancio, ha risposto alle domande di Fanpage.it sul tema. Italia viva è "da sempre contraria ad alzare le tasse", ha detto, mentre il governo Meloni "non ha fatto altro che alzarle". È sempre più chiaro che la manovra sarà "lacrime e sangue", ma Paita è certa che la presidente del Consiglio Meloni "si inventerà qualche arma di distrazione di massa" per distogliere l'attenzione.
Onorevole, come giudica le parole del ministro Giorgetti sui "sacrifici" richiesti dalla prossima manovra, e sulla "chiamata alla contribuzione per tutti" che ha fatto pensare a nuove tasse?
Italia Viva è da sempre contraria ad alzare le tasse: siamo un Paese con una pressione fiscale esagerata. Quello che si dovrebbe fare è tagliarle le tasse, come fece il governo Renzi, non certo aumentarle. Giorgia Meloni in campagna elettorale ha promesso mari e monti, dicendo frasi ad effetto come "io non dirò mai che le tasse sono bellissime". Arrivata al punto di governare però non ha fatto altro che alzarle. Ricordiamoci poi quando prometteva il taglio delle accise, per poi cancellare lo sconto voluto da Draghi e ora alzarle sul gasolio.
È contraria anche a un aumento delle accise sul gasolio, quindi?
È una misura che scatenerà una reazione a catena sull’aumento dei costi, perché se aumentano i costi di trasporto aumentano anche i prezzi dei beni. E a rimetterci è sempre il ceto medio, che loro dicono di voler proteggere.
Dopo l’intervento del ministro Giorgetti, diversi esponenti del governo si sono affrettati a chiarire che non ci saranno nuove imposte. Nelle ultime settimane si era parlato invece di un "contributo volontario" da parte delle banche. Qual è la soluzione migliore?
Guardi, è facilissimo fare cassa con le tasse. Pensi banalmente all’uso degli autovelox in certi comuni. Più difficile recuperare risorse puntando sulla crescita, incentivando le aziende a investire nel territorio e nel proprio capitale umano, creando valore aggiunto. Difficile, vero, ma realizzabile.
Cosa bisognerebbe fare, quindi, concretamente?
Servirebbe favorire l'arrivo degli investimenti dall'estero intervenendo sullo snellimento della burocrazia, sull'omogenizzazione delle regole, che anzi rischiano di complicarsi con l'Autonomia differenziata, e sulla giustizia civile. Tutte cose a cui il governo aveva promesso di mettere mano senza farlo, nemmeno per il Pnrr.
Pensa che la prossima manovra sarà "lacrime e sangue"?
Sarà lacrime e sangue, ma Meloni si inventerà qualche arma di distrazione di massa, denunciando l’ennesimo complotto. Sono pronta a scommetterci. Sono due anni che promettono riforme: pensate a quella delle pensioni, la riforma Fornero. E anche quest’anno, invece, la Fornero la cambieranno il prossimo anno.
Con il Piano strutturale di bilancio, il governo ha chiarito almeno in parte la sua linea d’azione per i prossimi anni. È corretta?
Non c'è una strategia di bilancio o di azione per i prossimi anni, non si guarda al futuro: dalle nuove tecnologie all’energia, non vediamo nulla di innovativo. Hanno fatto il compitino, bene: ma poi?
Una domanda sulla politica nazionale. Alle elezioni in Liguria, Italia viva non si presenterà. Ora la rottura sembra allargarsi anche alle altre regionali, e non solo. C’è il rischio per il centrosinistra di perdere tutti e tre gli appuntamenti con il voto?
Il centrosinistra può vincere se resta unito: se vincono i veti, come nel 2022, allora il rischio di consegnare ancora una volta l’Italia alla destra è concreto. Giuseppe Conte, con i suoi niet, fa l’ennesimo regalo a Giorgia Meloni. Per quanto riguarda la situazione nelle Regioni, in Liguria abbiamo accettato compromessi in nome dell’unità ma quando sono stati posti veti sui nostri candidati, fra cui sindaci di centrosinistra, ci siamo sfilati e abbiamo lasciato libertà di voto. Ci vuole rispetto per la dignità e la storia dei nostri militanti.
In Emilia Romagna ci presenteremo con il nostro simbolo e i nostri candidati. Siamo in maggioranza da dieci anni e abbiamo sostenuto il presidente Bonaccini. Semmai sono i Cinque stelle, che si candidarono contro Bonaccini, a dover entrare nel campo progressista. Noi non poniamo veti, come fanno loro. In Umbria ci presenteremo con una lista riformista così come gli altri partiti di centro, come prevede l'accordo con la candidata presidente Stefania Proietti.