Paita a Fanpage: “Reddito di cittadinanza? Logica perversa che non porta occupazione, va cambiato”
Una differenza di metodo, tra il Terzo polo e il resto dell’opposizione. È la prima cosa che sottolinea Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva e capogruppo di Azione e Iv a Palazzo Madama, in un’intervista con Fanpgae.it sulla manovra presentata dal governo di Giorgia Meloni. Nella delegazione guidata da Carlo Calenda, Paita ha portato le proposte del Terzo polo a Palazzo Chigi: “Siamo andati a questo incontro, in effetti è un approccio nuovo e inedito. Subito dopo la presentazione delle Manovra, di fronte a una delle pagine più dure per il Paese, Movimento Cinque Stelle e Partito democratico, hanno annunciato che scenderanno in piazza. Due piazze diverse, ovviamente, perché non riescono a mettersi d’accordo nemmeno su quello. Noi abbiamo preferito una strada differente, mettendoci a disposizione con proposte serie e con un atteggiamento non pregiudiziale nei confronti del governo Meloni”.
Il Terzo polo ha portato al tavolo con la presidente del Consiglio le proprie critiche alla legge di Bilancio, ha spiegato Paita, ma ha fatto anche delle proposte che sarebbero state accolte con apertura da parte di Meloni, da Industria 4.0 alla riforma del reddito di cittadinanza e al ripristino di Italia Sicura, che Italia Viva è tornata a chiedere dopo il disastro di Ischia.
“Cè stata un’apertura, un impegno da parte della presidente Meloni. Questo non significa chiaramente che noi vogliamo entrare in maggioranza. Non saremo mai parte della maggioranza di cui fanno parte Fratelli d’Italia e Giorgia Meloni. Ma cerchiamo di dare un contributo serio, autorevole e positivo in una fase di difficoltà del Paese e dei suoi cittadini”, ha proseguito Paita. Che però ha anche assicurato che il voto sulla manovra di Azione e Italia Viva in Parlamento sarà in ogni caso negativo. “Tutt’al più valuteremo i singoli emendamenti su questi punti”, ha precisato, ma ha ribadito che il suo partito non voterà a favore.
In primis, ha proseguito la senatrice, perché manca un punto fondamentale per il Terzo polo: “La prima cosa che avrebbe dovuto fare Giorgia Meloni sarebbe stata chiedere il Mes, cioè un intervento sulla spesa sanitaria che l'Europa ci mette a disposizione per potenziare i pronto soccorso, gli esami delle persone più fragili, ridurre le liste d'attesa, costruire una vera e propria sanità sul territorio. E invece questo non è stato fatto. Anzi, durante l’incontro Meloni ci ha ripetuto di essere contraria all'utilizzo del Mes: questo non significa essere patrioti, significa essere contro l'interesse dei cittadini più deboli e fragili nel nostro Paese. Ecco la principale ragione per la quale non potremmo mai votare quella manovra”.
Un punto su cui invece il Terzo polo è disponibile a lavorare fianco a fianco con il governo è la riforma del reddito di cittadinanza. “Le ragioni per le quali una persona precipita in uno stato di povertà sono diverse. Sicuramente ci vuole un intervento a sostegno delle persone che sono a rischio in un determinato momento. Questo intervento, però, deve essere il reddito di inclusione, perché è uno strumento governato dai Comuni e quindi è possibile un controllo vero e proprio e una maggiore capacità di intervento sui servizi di cui deve usufruire una persona in difficolta”, ha spiegato Paita, sottolineando che però un discorso diverso va fatto per chi può lavorare.
“Chi può lavorare non credo che vada aiutato attraverso una politica assistenzialista, perché questo significa disincentivare al lavoro. Dobbiamo cercare di utilizzare ogni risorsa che era stata utilizzata in modo sbagliato per favorire percorsi di formazione e per avere una riforma delle agenzie del lavoro che mettono in contatto domanda e offerta”. E ancora: “Dobbiamo provare a interrompere quel meccanismo sbagliato che al Sud ha determinato un vero e proprio voto di scambio per il Movimento cinque Stelle. Perché è una logica perversa per il Paese, che non porta all'occupazione delle persone”.
Un dialogo, sempre per migliorare la manovra, con il Partito democratico “non è mai precluso”, ha continuato poi Paita, precisando però che Calenda ha inoltrato le proposte del Terzo polo in prima istanza proprio ai dem, senza mai ricevere risposta. “Siamo un’altra cosa, rispetto al Pd e al M5s, nel metodo e nei contenuti. E poi noi iniziamo a pensare che la nostra sia una vocazione maggioritaria nel prossimo futuro, quindi vorremo rappresentare un’ampia fetta della popolazione italiana attraverso al serietà, la competenza di analisi e di proposta. E soprattutto attraverso un atteggiamento non ideologico. Perché il Paese in questo momento, con le difficoltà che sta vivendo, ha bisogno di una classe dirigente che sappia mettere in campo serietà e non pregiudizi”, ha detto la senatrice.
Paita ha quindi concluso rispondendo alle critiche arrivate da Forza Italia: “Mi sarei aspettata un riconoscimento. Noi abbiamo chiesto un confronto senza volere nulla in cambio, non vogliamo entrare in maggioranza e non chiediamo poltrone. Vogliamo solo dare una mano per migliorare la manovra. Evidentemente la reazione è il segnale che nella maggioranza non ci siano armonia e serenità”.