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Elezioni politiche 2018

Padoan: “I metodi violenti di oggi sono gli stessi degli Anni 70, non sottovalutiamoli”

Per il ministro dell’Economia Padoan il clima di violenza di questi giorni impone che nella campagna elettorale si parli di fascismo: “Il fatto è ci sono manifestazioni nuove di questo fenomeno. Oggi sono in molti che si dichiarano fascisti e nazisti”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Non c'è bisogno di essere un esperto: è la memoria storica che conta. Gli Anni 70 sono stati anni brutti per la democrazia italiana, con gli anni di piombo, le brigate rosse e nere. Ma i metodi di oggi legati alla violenza sono gli stessi di allora: sostanzialmente fascisti, per non dire di peggio".

In un'intervista a "La Stampa, il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan lancia l'allarme sugli scontri esplosi giovedì a Torino durante il corteo antifascista organizzato dai centri sociali contro CasaPound. "Sottovalutare queste situazioni – avverte – è pericoloso. Ci sono forze politiche come il Pd che sono in allerta ma altre considerano il fenomeno quasi un fatto da giustificare a causa della variabile nuova di oggi: l'immigrazione".

Secondo Padoan "non è bizzarro" che si stia facendo la campagna elettorale su fascismo e antifascismo, che stanno dettando in queste settimane l'agenda e gli interventi dei candidati per il 4 marzo: "Il fatto – spiega – è ci sono manifestazioni nuove di questo fenomeno. Oggi sono in molti che si dichiarano fascisti e nazisti". Padoan traccia anche un bilancio della sua attività politica, spiegando qual è il risultato di cui è più felice e quale considera una sconfitta: "Sono contento – dice – di aver contribuito a garantire la stabilità del Paese. Vorrei aver avuto maggior successo nella semplificazione dei procedimenti amministrativi". E ha spiegato anche la sua posizione sull'introduzione della Flat Tax, la proposta principale del programma di Forza Italia: "I conti pubblici sarebbero davvero a rischio e sarebbe un pericolo per il Paese, i mercati cambierebbero in fretta umore". 

Il giornalista Luca Fornovo ha chiesto poi al ministro se un governo di larghe intese basterebbe a rassicurare l'Europa, che ha espresso preoccupazioni sul voto italiano: "Non so se sarà possibile un governo di coalizione. Se guardo i programmi non vedo punti comuni. La filosofia di fondo degli altri partiti è diversa da quella del Pd". 

E a proposito del futuro premier Fornovo ha chiesto al ministro se ritenga più adatto a governare Renzi o Gentiloni: "La linea politica di Gentiloni e quella del Pd di Renzi sono pressoché identiche. Lavoro bene con Gentiloni e ho lavorato bene con Renzi per lo slancio riformatore". 

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