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Pace fiscale, Salvini: “Meglio un fisco amico piuttosto che tenere italiani come fantasmi in ostaggio”

Dopo lo scontro con l’Agenzia delle Entrate Salvini insiste sulla oace fiscale: “Dobbiamo agire con buonsenso, aiutando milioni di italiani che hanno dichiarato i propri redditi ma che non sono riusciti a pagare le tasse o che non ce l’hanno fatta a tornare a lavorare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il vicepremier Matteo Salvini insiste sulla pace fiscale, che secondo il leader leghista sarebbe vantaggiosa per lo Stato: "Un fisco equo e amico è un obiettivo dichiarato del programma elettorale del centrodestra, tanto da essere citato esplicitamente al punto 4 delle proposte su cui gli elettori ci hanno premiato. Dobbiamo agire con buonsenso, aiutando milioni di italiani che hanno dichiarato i propri redditi ma che non sono riusciti a pagare le tasse o che non ce l'hanno fatta a tornare a lavorare. Così consentiremo anche allo Stato di incassare soldi che altrimenti non avrebbe mai", ha scritto in una nota il ministro dei Trasporti.

Da giorni il vicepremier batte sulla questione, ripetendo che "Ci sono milioni di italiani ostaggio dell'Agenzia delle Entrate". Il ragionamento però non ha convinto il direttore delle Agenzie delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, che ha replicato così: "Il contrasto all'evasione non è volontà di perseguitare qualcuno, l'Agenzia è un'amministrazione dello Stato, non un'entità belligerante. È un fatto di giustizia nei confronti di tutti coloro che le tasse, anno dopo anno, le pagano, e le hanno pagate, sempre fino all'ultimo centesimo, anche a costo di sacrifici e nonostante l'innegabile elevata pressione fiscale, e di coloro che hanno bisogno del sostegno dello Stato, erogato attraverso i servizi pubblici con le risorse finanziarie recuperate", ha detto ieri Ruffini.

Oggi però Salvini ribadisce il concetto e tiene il punto: "Io parlo a nome di milioni di italiani che hanno fatto la dichiarazione dei redditi e poi per i problemi che ci sono stati, penso al Covid e alla guerra, non sono riusciti a pagare tutti gli euro dovuti. Quindi piuttosto che tenerli come fantasmi in ostaggio chiediamo loro una parte del dovuto, lo stato incassa, e liberiamo questi milioni di cittadini. Per gli evasori totali che non hanno mai fatto una dichiarazione dei redditi il posto è la galera. Però c'era nel programma del centrodestra, è di buonsenso, lo stato di guadagna, incassa una marea di miliardi che altrimenti con i fallimenti non incasserebbe mai. Quindi andremo fino in fondo".

Il messaggio è anche rivolto agli alleati, visto che che Fratelli d'Italia si è mostrata fredda: "La pace fiscale di cui parla Salvini? In genere si parla di atti che esistono. Di buone intenzioni è lastricata la via dell'inferno", ha detto ieri il capogruppo di Fdi alla Camera, Tommaso Foti. "Nessun fastidio, nel momento in cui una proposta o delle proposte verranno avanti le si guarderà per quello che sono", "se si vuole ci sono il Consiglio dei ministri e il Parlamento per discuterne. È ovvio – ha aggiunto – che nell'ambito dell'autonomia delle forze politiche ci sia la possibilità di lanciare una idea, ma dall'idea all'atto c'è sempre una certa elaborazione". 

"Non è ben chiaro se sia una proposta della Lega o di Matteo Salvini, perché il ministro Giancarlo Giorgetti mi sembra meno presente sulla proposta", gli fa eco il presidente della commissione Finanze della Camera, Marco Osnato di Fratelli d'Italia, commentando con Affaritaliani.it la proposta. "Io non ho una contrarietà a fare tutto ciò che serva per aiutare i cittadini a migliorare la loro situazione, ma prima dobbiamo capire gli effetti della rottamazione in corso e poi c'è la delega fiscale in via di approvazione che ha attinenza anche con il contenzioso tributario. Prima di proporre nuove misure vedrei le ricadute di quelle messe in campo. Salvini poi non è certo l'ultimo arrivato e la sua proposta verrà analizzata e considerata".

Quindi ha aggiunto: "Ci sono certamente dati macroeconomici favorevoli ma sappiamo che la congiuntura internazionale non è positiva come in Italia, dobbiamo capire che cosa ci aspetta e come muoverci in questo contesto. Poi c'è il taglio del cuneo fiscale, norma più assumi e meno paghi, l'autonomia. Insomma, tanta carne al fuoco e vanno identificate le priorità. Se tra queste ci sarà anche la pace fiscale proposta da Salvini la valuteremo. Lui ha affermato che lo Stato ci guadagna e magari ha ragione lui. Ma bisogna capire come. Quindi diciamo che non c'è una contrarietà, ma l'uscita di Salvini mi è sembrata quantomeno intempestiva nel momento in cui in Parlamento si sta approvando la delega fiscale e soprattutto perché sulla rottamazione è già stato fatto molto".

Più aperto invece il vicepremier Antonio Tajani, il quale sul tema della pace fiscale concorda "assolutamente" con Matteo Salvini: "È una proposta nostra, di Forza Italia, fatta quando c'era ancora il Governo Draghi", ha dichiarato ieri il egretario di Forza Italia, "Si sta andando anche in questa direzione con la delega fiscale, forse si può fare di più, bisogna vedere cosa si può fare a livello economico, se ci sono le disponibilità nelle casse dello Stato", ha aggiunto. "Bisogna permettere a chi ha un debito con lo Stato di avere uno sconto se paga subito. Non è un condono, noi siamo contrari ai condoni. La delega fiscale va nella giusta direzione, se si può fare qualche passo in più perché no?". 

Ma le opposizioni fanno muro, perché a loro avviso la proposta si tradurrebbe nei fatti in un condono: "Salvini e il governo hanno un approccio inaccettabile quando parlano di pizzo di stato, pace fiscale, condoni tombali. Invece di aggredire la patologia dicono ai cittadini di fare come gli pare e poi si vedrà e si cercherà la cura. In questo Paese non possono pagare le tasse sempre i soliti noti. Un governo serio farebbe una battaglia inflessibile sull'evasione e per garantire servizi all'altezza del carico fiscale. Non si può far passare l'idea che il fisco sia nemico perché è lo Stato che gestisce il fisco. La destra ha il solito atteggiamento propagandistico da liberi tutti che penalizza chi le tasse le paga",  ha detto Toni Ricciardi, vicepresidente dei deputati del Pd, ad Agorà Estate su Rai 3.

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