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Pa, Brunetta rilancia lo smart working: “Esperienza che non va buttata via, ma non è toccasana”

Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, parla dello smart working, definendolo la più “grande esperienza sociale” nata durante l’emergenza Coronavirus. Un modello che “non va buttato via”, ma che non può neanche essere “il toccasana per l’organizzazione del lavoro” dopo la pandemia.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha illustrato le linee programmatiche del suo dicastero in audizione alle commissioni Affari costituzionali e Lavoro di Camera e Senato. L’idea di Brunetta è quella di cambiare la Pa: “Gli assi sui quali ci muoveremo nella realizzazione del programma del nostro Governo è l'inizio di un nuovo alfabeto per la Pubblica Amministrazione: A come Accesso, B come Buona amministrazione, C come Capitale umano e D come Digitalizzazione”. Una rivoluzione che non può non comprendere anche lo smart working, una grande “esperienza sociale” nata durante l’emergenza sanitaria che “non va buttata via”. Eppure Brunetta sottolinea che il lavoro agile “non è il toccasana per l’organizzazione del lavoro”.

La posizione di Brunetta sullo smart working nella Pa

Per il ministro non si può pensare di iscrivere lo smart working “in un meccanismo rigido normativo che la renda meno valida e meno feconda negli esiti. Sono da sempre amante della contrattazione e dell'innovazione sociale legata alla contrattazione”. Del lavoro agilepenso tutto il bene possibile – prosegue Brunetta – mi rendo conto che lo smart working è stato emergenziale e abbiamo tutto il tempo per rifletterci con opportune indagini esperienziali che sono in corso, ma poi bisogna valorizzare attraverso la contrattazione le migliori esperienze e le migliori pratiche. Ne dico quindi tutto il bene possibile, ma non è il toccasana per l'organizzazione del lavoro”.

Il decretone sul Recovery plan

Brunetta annuncia anche le novità per la Pa con il Recovery plan: “Stiamo lavorando ad un decreto di accompagnamento al Pnrr, che attua” le indicazioni riguardanti i concorsi nella Pa ma anche la digitalizzazione. Non sarà l’unico ministero a procedere con un decreto di accompagnamento, visto che la stessa operazione verrà fatta per la scuola, la giustizia e per gli altri dicasteri. E sul Recovery, assicura Brunetta, “avremo un decretone subito in vigore”. Il ministro prosegue: “Per cambiare la pubblica amministrazione, per far sì che i servizi siano giusti e arrivino in fretta, dovremmo avere un accesso – un reclutamento, concorsi, progressioni di carriera, turnover – che sia funzionante. Oggi non funziona”. “Non può un concorso durare 10 anni, essere bandito e rimanere appeso. Non può un esame di stato rimanere bloccato. Non può essere, nonostante la pandemia. O si cambia subito, nei prossimi 2-3 mesi, o i soldi del Recovery non li prendiamo, tanto per essere chiari. Il sistema di accesso deve cambiare radicalmente, altrimenti non solo è bloccato, ma è morto”, conclude Brunetta.

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