P4: i giudici chiedono l’arresto di Milanese. E spunta il giallo sulla casa di Tremonti
I pm napoletani chiedono l'arresto di Marco Mario Milanese, parlamentare del Pdl ed ex consigliere di Giulio Tremonti, indagato nell'inchiesta sulla cosiddetta Loggia P4. Le accuse a suo carico sono quelle di corruzione, rivelazione di segreto d'ufficio e associazione per delinquere. La richiesta di custodia cautelare è stata avanzata per il pericolo dell'inquinamento probatorio. "Nonostante la cessazione dell'incarico, permane una situazione di oggettiva vicinanza tra l'odierno indagato e il ministro Tremonti"- si legge nell'ordinanza nella Procura. Adesso la palla passa alla Camera dei deputati che dovrà concedere o meno l'arresto. Il sospetto è che anche in questo caso, come accaduto per Alfonso Papa, si cerchi di temporeggiare.
LE ACCUSE PER MILANESE- Secondo l'accusa, Milanese sarebbe stato responsabile del passaggio di notizie riservate e di interventi tesi a rallentare le indagini della Guardia di Finanza sulla società assicurativa Eig facente capo a Paolo Viscione. Da quest'ultimo l'ex consigliere di Tremonti avrebbe ricevuto cospicue somme di denaro, orologi di valore, gioielli e auto di lusso come una Ferrari e una Bentley, viaggi e soggiorni all'estero. Gli inquirenti sono al lavoro per accertare i presunti collegamenti all'interno della Guardia di Finanza che avrebbero consentito all'uomo (ex ufficiale della Gdf) "di accedere a notizie coperte dal segreto di indagine nonché per ricostruire l'origine delle disponibilità economiche del Milanese ed altri connessi episodi corruttivi". Il parlamentare del Pdl, inoltre, si sarebbe adoperato per piazzare alcune persone, come Guido Marchese e Carlo Barbieri, "in diverse società controllate dal ministero dell'Economia, quali Ferrovie dello Stato, Ansaldo Breda, Oto Melara e altre".
TREMONTI INTERROGATO- Nell'ordinanza di custodia cautelare a carico di Milanese, emerge anche un interrogatorio al quale sarebbe stato posto qualche settimana fa (17 giugno) Giulio Tremonti. Al Ministro, ascoltato come persona informata sui fatti dai pubblici ministeri Francesco Curcio e Henry John Woodcock, sarebbe stata fatta ascoltare una telefonata intercettata tra Silvio Berlusconi e il generale Michele Adinolfi, capo di stato maggiore della Guardia di Finanza indagato nell'inchiesta P4 per favoreggiamento e rivelazione di segreto. Il contenuto della conversazione non è ancora noto. Tremonti avrebbe risposto in maniera esaustiva alle domande dei pm.
LA CASA DI TREMONTI A ROMA- I pubblici ministeri napoletani parlano di uno strettissimo rapporto di fiducia tra Tremonti e Milanese, un rapporto che continua tuttora e che "prescinde dal ruolo istituzionale rivestito da Milanese". Prova lampante ne è la gestione dell'immobile di via Campo Marzio a Roma di proprietà del Pio sodalizio dei Piceni. L'immobile, secondo quanto riportato dall'accusa, "è stato concesso in locazione a Milanese per un canone mensile di 8.500 euro ma viene di fatto utilizzato dal ministro Tremonti". Tradotto: il fitto di casa Tremonti lo pagherebbe interamente Marco Mario Milanese. Inoltre, sempre secondo la Procura, nell'appartamento sarebbero stati portati a termine lavori di ristrutturazione per un ammontare di circa 200mila euro, soldi che Milanese non ha mai pagato alla ditta che se n'è occupata: la Edil Ars di Angelo Proietti. La società in questione avrebbe ricevuto più volte appalti dalla Sogei, società controllata dal Ministero delle Finanze, in passato anche oggetto di accertamenti della Gdf.