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News sul Rosatellum

Ovazione per Salvini ad Atreju, ma sulla legge elettorale si rompe l’asse con la Meloni

Alla festa di Atreju prove di unità del centrodestra: alla kermesse organizzata da Fratelli d’Italia, partecipano tutti i componenti della futura coalizione (tranne Berlusconi). Salvini e Meloni convergono su opposizione allo ius soli. Ma sul Rosatellum hanno posizioni distanti: la legge favorirebbe la Lega Nord ma non Fratelli D’Italia.
A cura di Annalisa Cangemi
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Sul palco di Atreju, la tradizionale kermesse del centrodestra che quets'anno è alla sua ventesima edizione, Giorgia Meloni, leader di Fratelli d'Italia, apre il dibattito: "Se avessero voluto fare una legge elettorale buona nel caso di una sconfitta di Renzi al referendum l'avrebbero fatta prima. Si voterà con il Consultellum". O almeno sembra auspicarselo.

La proposta di legge elettorale, depositata in commissione Affari Costituzionali, il cosiddetto "Rosatellum", non piace a Fratelli d'Italia. Nel centrodestra è l'unico partito a schierarsi contro. La Meloni lo aveva definito apertamente "Uno schifo", per via delle liste bloccate nel proporzionale che creerebbero un Parlamento di nominati. Con il Rosatellum, un misto di proporzionale e maggioritario, infatti il 64% dei parlamentari verrebbe eletto così. Al contrario i colleghi di coalizione, Berlusconi e Salvini sarebbero favoriti. La Lega, così come l'ala nordista di Forza Italia, infatti ha fatto sapere che avrebbe votato subito la legge, perché nei collegi maggioritari (in cui verrebbero eletti il 36% dei parlamentari) conta di avere la meglio, soprattutto in Piemonte, Lombardia e Veneto. Ed è questa la prima differenza tra i due leader, Meloni e Salvini.

"Il governo Gentiloni serviva solo a impedire che gli italiani votassero in un momento in cui il Pd era sicuro che avrebbe perso le elezioni" – torna a dire la leader di Fdi, che insiste – "Non è una legge che mi pare possa rispondere alle esigenze che oggi ha l'Italia. Noi da sempre chiediamo una legge elettorale che faccia due cose: che dia agli italiani un governo chiaro frutto di una loro scelta e non un governo fatto nel palazzo; questo il Rosatellum non lo garantisce perché non garantisce una maggioranza e i parlamentari scelti dai cittadini". 

Giorgia Meloni parla delle liste bloccate, vero problema di democrazia, ma Salvini cerca di non mettere in evidenza gli elementi di distanza che pure ci sono, e glissa sulle posizioni che allontanano la Lega da Fratelli d'Italia : "La legge elettorale è la cosa che mi appassiona di meno al mondo, vediamo se il Pd farà finta, a me interessa che gli italiani possano votare". Ma il disaccordo su questo punto è palese. "Io non voglio nominare i parlamentari di Fratelli d'Italia, io voglio che li scelgano i cittadini" spiega il capo di Fratelli d'Italia.

Salvini è stato accolto dal pubblico con un'ovazione, più calda di quella ricevuta dai colleghi presenti, in una festa che prima di tutto è una prova generale di unità del centrodestra. Ci sono tutti i volti che dovrebbero comporre la coalizione: Fitto (Direzione Italia), Quagliariello (Idea) e Bonfrisco, Stefano Parisi (Energie PER l'Italia), e ovviamente Forza Italia, con Giovanni Toti e Paolo Romani, e Lega Nord. Unico grande assente è Silvio Berlusconi, che era comunque tra gli invitati della festa. Il problema resta però la scelta del capo della coalizione, che rimane lì fra le righe. Perché sia la Meloni, sia Salvini sia Berlusconi ambiscono a ricoprire questo ruolo, ma non hanno ancora stabilito se fare o meno le primarie.

Il tema che più di tutti mette d'accordo il partito della padrona di casa con Salvini è quello dello ius soli, su cui convergono le posizioni dei due leader. Meloni la definisce "Legge vergognosa" e parla addirittura di "attentato alla Costituzione", perché verrebbe approvata in chiusura di legislatura, da un governo non eletto dai cittadini: "Il Pd chieda il mandato agli italiani. Devono andare in campagna elettorale e dire: al primo punto del mio programma, se vinco le elezioni, c'è lo Ius soli, 800 mila nuovi italiani e una norma che dice che ogni bambino che nasce qui diventa italiano". E ricorda che Fdi ha pronte 60mila firme per un eventuale referendum abrogativo.

Le fa eco Salvini che assicura che la Lega Nord farà da muro: "Questi tireranno a campare altri 4-5 mesi ma a nome di tutto il centrodestra vi garantisco che quella legge non uscirà dal Parlamento". 

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