Oltre 30mila migranti sono stati intercettati nel Mediterraneo e respinti in Libia nel 2021
Sono oltre 30mila le persone che nel 2021 sono state intercettate nel Mediterraneo e respinte in Libia, un Paese in cui sono state ampiamente documentate le violenze e violazioni dei diritti umani nei centri di detenzione per i migranti. Lo ha affermato nel suo rapporto per l'anno 2021 sui rifugiati e i migranti in Libia l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim).
Per la precisione, secondo i dati Oim, 32.425 migranti sono stati riportati in Libia dopo essere stati intercettati mentre cercavano di attraversare il Mediterraneo per raggiungere l'Europa. Si tratta di 28.528 uomini, 2.428 donne, 877 minori e 431 ragazze minori, oltre ad altri 151 di cui non si conosce il genere.
Nel rapporto si parla anche di 655 migranti deceduti e 897 scomparsi in quello stesso periodo. Appena una settimana fa, subito dopo Natale, lungo la costa occidentale della Libia ad appena 90 chilometri da Tripoli erano stati ritrovati i corpi di 28 migranti, vittime di un naufragio. Pochi giorni prima ben 163 migranti erano morti in due diversi naufragi, sempre a largo della Libia. Con questi episodi, secondo l'Oim, il numero totale di vite perse dall’inizio del 2021 lungo la rotta del Mediterraneo centrale era arrivato a 1.508.
Proprio questa rotta migratoria, considerata tra le più pericolose al mondo, è tra le più trafficate. Secondo il rapporto della Fondazione Migrantes, presentato lo scorso dicembre, nel 2021 sono anche aumentate drasticamente le persone rinchiuse arbitrariamente nei centri di detenzione in Libia. Solamente considerando quelli "ufficiali", cioè quelli sotto il diretto controllo della Direzione per il contrasto dell'immigrazione illegale, ai primi di ottobre si contavano oltre 10 mila persone confinante in questi centri, contro le appena mille registrate a inizio gennaio.