Stamane sul Blog di Beppe Grillo è stato pubblicato il nuovo codice di comportamento che, in caso di voto favorevole da parte degli iscritti al M5S, gli eletti del Movimento 5 Stelle saranno obbligati a seguire qualora dovessero essere coinvolti in vicende giudiziarie. Rispetto ai principi tradizionalmente propagandati dal Movimento fin dalla sua nascita, sono diversi i punti in contraddizione con quei valori da sempre ritenuti fondanti dai garanti Beppe Grillo e il fu Gianroberto Casaleggio. Al punto 4 della bozza di regolamento interno diffusa questa mattina si legge:
Il Garante del MoVimento 5 Stelle, il Collegio dei Probiviri o il Comitato d'Appello, in virtù e nell’ambito delle funzioni attribuite dal Regolamento del MoVimento 5 Stelle, valutano la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale.
E’ considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del MoVimento 5 Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo, eccettuate le ipotesi indicate all’ultimo comma. A tal fine, sono equiparate alla sentenza di condanna la sentenza di patteggiamento, il decreto penale di condanna divenuto irrevocabile e l’estinzione del reato per prescrizione intervenuta dopo il rinvio a giudizio. E’ invece rimessa all’apprezzamento discrezionale del Garante, del Collegio dei Probiviri con possibile ricorso del sanzionato al Comitato d’appello la valutazione di gravità ai fini disciplinari di pronunzie di dichiarazione di estinzione del reato per esito positivo della messa alla prova, di sentenze di proscioglimento per speciale tenuità del fatto, di dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione.
La ricezione, da parte del portavoce, di “informazioni di garanzia” o di un “avviso di conclusione delle indagini” non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso, sempre salvo quanto previsto al punto 5.
Cosa dice il punto 5 del codice di comportamento al vaglio degli iscritti al Movimento 5 Stelle? "I portavoce, quando ne hanno notizia, hanno l'obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito dell'esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato ai sensi del punto 4". In sostanza a comportare l'automatica sanzione da parte degli organi interni al Movimento 5 Stelle non sarà più la mera ricezione di un avviso di garanzia, ma il tentativo di celare l'informazione o la non tempestiva comunicazione dell'atto. Un bel cambio di passo rispetto al passato, visto che il Movimento 5 Stelle, contro ogni logica giuridica, ha sempre trattato l'informazione di garanzia alla stregua di una condanna passata in giudicato.
Lo scorso 7 marzo 2014, sul Blog di Beppe Grillo appare un post intitolato "5 giorni a 5 stelle/32. Fuori gli indagati" in cui il gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle di Camera e Senato in una nota congiunta criticano l'allora presidente del Consiglio Matteo Renzi per aver pubblicamente dichiarato "non è intenzione di questo governo chiedere dimissioni di ministri o sottosegretari solo sulla base di un avviso di garanzia". I parlamentari del Movimento, che paiono non essere affatto della stessa opinione, sostengono:
Non è dello stesso avviso il Movimento 5 Stelle. Dopo aver costretto alle dimissioni il sottosegretario Antonio Gentile, siamo pronti con le mozioni per chiedere la rimozione dei 5 tra ministri e sottosegretari del governo Renzi indagati: Lupi (concorso in abuso di atti d'ufficio), Barracciu (peculato aggravato), De Filippo (peculato), Del Basso de Caro (peculato), Bubbico (abuso di ufficio).
Sul Blog di Beppe Grillo, inoltre, basta una banale ricerca su Google, figurano ancora decine e decine di post dedicati al cosiddetto "indagato del giorno", ovviamente sempre dei partiti avversari, in cui il Movimento 5 Stelle mette alla gogna politici e amministratori locali vari basandosi anche solo sulla mera ricezione dell'avviso di garanzia. Una bella differenza rispetto alla loro posizione odierna.
Ma non è finita qui, in realtà. Il 14 febbraio 2014 Luigi Di Maio, vicepresidente della Camera e membro del direttorio del Movimento 5 Stelle, scriveva pubblicamente su Facebook: "C'è una certa elite intellettualoide italiana che si dice ‘sconcertata' per una mia dichiarazione di qualche giorno fa: per me ai politici non va applicata la presunzione di innocenza. È facendo i garantisti con i politici che abbiamo rovinato lo Stato Italiano. Altro che presunzione di innocenza. Io per questa gente vedo solo presunzione di indecenza. Ebbene rivendico questa affermazione: se i politici finiscono in scandali come quelli di #mafiacapitale #expo #mose, devono dimettersi dall'incarico e farsi processare. Le ‘autosospensioni', i ‘commissariamenti' e le teste di legno come Marino, sono solo prese in giro. Questa gente ha già fatto troppi danni con i soldi delle tasse degli italiani per pretendere da noi garantismo. Soprattutto poi se a chiederlo sono partiti come il Pd che dal 41% sono passati al 41 bis. Per me se c'è un dubbio non c'è alcun dubbio. È così che vanno trattati. Renzi chieda le dimissioni di Marino subito e mandi al voto i cittadini Romani. Sarebbe il primo atto sensato in 10 mesi di Governo".
Ah, un po' tranchant come giudizio visto l'evolversi del pensiero grillino nel corso degli ultimi due anni, modificatosi, guarda caso, al nascere delle prime controversie giudiziarie che hanno coinvolto le giunte guidate dai Primi Cittadini di Roma e Livorno, per esempio, o i parlamentari nazionali Giulia Di Vita, Claudia Mannino e Riccardo Nuti per la vicenda delle firme false di Palermo. Le "autosospensioni" erano solo prese in giro fino due anni fa, ma ora invece, secondo il punto 3 della bozza del nuovo regolamento, "il portavoce può decidere, a tutela dell’immagine del MoVimento 5 Stelle, di auto-sospendersi dal MoVimento 5 Stelle senza che ciò implichi di per sé alcuna ammissione di colpa o di responsabilità" e inoltre "l’autosospensione può essere valutata quale comportamento suscettibile di attenuare la responsabilità disciplinare". Ari-ah.
Nel giro di pochi anni, quindi, i principi di un Movimento che ha sempre fatto del giustizialismo della peggior risma il proprio marchio di fabbrica, si sono improvvisamente sciolti come neve al sole scontrandosi con la dura realtà dei fatti, alla luce delle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto loro esponenti (firme false a Palermo) o persone di fiducia nominate dai loro esponenti (vedi Marra a Roma). Ma che strano, tu guarda.