Ora Salvini vuole chiudere anche gli aeroporti (ma la Germania non ha programmato voli)
Come noto, da tempo Italia e Unione Europea non riescono ad accordarsi sulla redistribuzione dei migranti e neanche su quella dei titolari di protezione internazionale, malgrado vertici e impegni più o meno ufficiali. Nelle ultime settimane, a questa situazione di sostanziale stallo, si è aggiunta una ulteriore questione, quella dei cosiddetti "dublinanti". Si tratta di quei migranti che, malgrado siano sbarcati in Italia, sono poi riusciti a raggiungere altre nazioni europee, dove sono stati in qualche modo rintracciati dalle autorità locali. Si tratta di circa 40mila persone solo in Germania (altre 20mila circa il Francia), che stando al Regolamento di Dublino avrebbero dovuto attendere nel nostro paese l'esito della loro domanda di protezione internazionale. Normalmente, i dublinanti vengono riportati in Italia tramite accordi fra gli Stati della UE, ma su numeri che sono di solito molto bassi (si parla complessivamente di poche migliaia l'anno). Negli ultimi giorni la questione sembra essere diventata di stretta attualità a Berlino, tanto che alcune indiscrezioni pubblicate da La Repubblica anticipano una sorta di "accelerata" del governo tedesco sul numero di persone da riportare in Italia. Una circostanza però smentita da Berlino, che spiega di non avere in programma alcun volo charter per riportare in Italia un gruppo di richiedenti asilo.
Così, mentre Italia e Germania non riescono a formalizzare un accordo complessivo sulla questione dei migranti, che tenga dentro anche la questione dei dublinanti, il ministro dell'Interno Matteo Salvini prova a mettere le mani avanti, minacciando di attuare un provvedimento che non troverebbe uguali nella storia europea. "Se qualcuno, a Berlino o a Bruxelles, pensa di scaricare in Italia decine di immigrati con dei voli charter non autorizzati, sappia che non c’è e non ci sarà nessun aeroporto disponibile", commenta il leader della Lega, aggiungendo: "Chiudiamo gli aeroporti come abbiamo chiuso i porti".
Si tratterebbe di una decisione clamorosa, che non ha precedenti nella storia recenti, perché l'Italia si assumerebbe la responsabilità di bloccare un volo ufficiale di un altro stato dell'Unione Europea, aprendo un contenzioso legale su un aspetto del Regolamento di Dublino. Norme che, malgrado non piacciano praticamente a nessuno, difficilmente verranno cambiate nei prossimi mesi.