Ora Pozzolo si difende e accusa i compagni di partito: “Mi hanno lasciato solo, non ho sparato io”
Il caso Pozzolo è ancora all’ordine del giorno della politica italiana, soprattutto dopo le dichiarazioni dell’operaio ferito, Luca Campana, che ha spiegato il perché del ritardo nella presentazione della querela dopo essere stato ferito da un colpo esploso da una pistola appartenente al deputato di Fratelli d’Italia. A prendere la parola è proprio Emanuele Pozzolo, che in un breve colloquio col Corriere della Sera lascia filtrare tutta la sua amarezza per il trattamento ricevuto in questi giorni.
“La cosa che mi ha ferito di più in questi giorni è stata il silenzio di Delmastro, che non si è mai fatto sentire”, spiega il deputato, lasciando intendere che tra lui e il sottosegretario esistesse un profondo legame politico. L'esponente di Fdi sembra respingere quelle accuse di irresponsabilità arrivate da Meloni in conferenza stampa e da qualche collega di maggioranza nei giorni scorsi. In tal senso, malgrado l’annuncio della sospensione e del deferimento al collegio dei probiviri dato da Giorgia Meloni, Pozzolo è convinto di dover rimanere comunque al proprio posto in Parlamento: “Sono lì perché lo hanno voluto i cittadini”.
Lui, dunque, è determinato: “È stata una leggerezza che mi ha rovinato la vita, ma dimostrerò che non sono stato io a sparare”. Nella sua ricostruzione, il piccolo revolver gli sarebbe “scivolato dalla tasca della giacca”, una circostanza però smentita dalla vittima del colpo, che ha ribadito di aver visto la pistola nelle mani del deputato, pur ammettendo che lo sparo sia partito per errore. Sulla dinamica dei fatti del 31 dicembre, vale la pena ribadirlo, sono ancora in corso le indagini degli inquirenti, anche considerando i tempi lunghi degli esami necessari a fornire elementi decisivi.