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Ora le primarie fanno litigare anche il Pdl

Dalla riunione dei vertici del Popolo della Libertà poche certezze e nessuna bozza di accordo: primarie (forse) aperte, ma chi sfiderà il segretario Alfano?
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Il Popolo della Libertà farà le primarie per scegliere il candidato premier. E fin qui ci eravamo arrivati, direte voi. Il punto è che oltre non si va, nemmeno dopo il supervertice di ieri tra i big del partito. Sul tavolo infatti, restano ancora questioni tutt'altro che marginali. A partire dalla data, che resta uno dei nodi centrali. E' chiaro infatti che la scelta del giorno e della durata della consultazione potrebbe influenzare in maniera sostanziale candidature, schieramenti e posizioni perché il tempo gioca sempre un fattore chiave in casi del genere. In secondo luogo restano tante perplessità sulle modalità della consultazione, su chi potrà votare (solo i tesserati come propone qualcuno o chiunque sopra i 18 anni) e su come si procederà (gazebo, circoli oppure online). Soprattutto restano tante divergenze su chi immagina primarie aperte ad ogni candidato e su chi invece ritiene tale allargamento "pericoloso e decisamente evitabile".  Le opzioni sono ben declinate da Francesco Cramer su Il Giornale:

Prima ipotesi: fare delle primarie all’americana o all’italiana? Nel primo caso ogni regione voterebbe un candidato che, a sua volta, si porta dietro dei delegati. I quali, nell’ambito di una convention, procedono poi all’elezione del candidato a Palazzo Chigi. La seconda opzione invece è fare delle primarie tradizionali. Si presentano più candidati e vince direttamente chi prende più voti.

L'editorialista del quotidiano di Sallusti propende per questa seconda ipotesi, che implicherebbe anche un'apertura maggiore, con la possibile presenza di outsider e candidati di "bandiera". Resta anche un dubbio correlato, che è quello relativo ai requisiti (leggasi numero di firme a sostegno e curriculum magari) necessari per ogni candidatura, ma è chiaro che per il momento siamo nel campo delle ipotesi. Molto più interessante è invece ipotizzare quali saranno i candidati che decideranno di sfidare il segretario uscente Angelino Alfano. Ieri vi raccontavamo del piano B, ovvero della possibilità che Berlusconi ritorni prepotentemente in campo, scegliendo di far saltare il banco del Governo Monti e di conseguenza quello delle primarie. Solo un'ipotesi, visto che i fedelissimi del Cavaliere continuano a trattare su più binari. Perché i dubbi su Alfano sono tanti e, tralasciando le ipotesi Feltri e Santanché (che potrebbero comunque partecipare alle primarie) non si esclude la possibilità di un "papa straniero", magari quel Corrado Passera da tempo individuato come l'uomo nuovo del centrodestra, ma mai concretamente "investito" di tale responsabilità. Finora.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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