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Ora la maggioranza vuole dare 100 milioni in più alle scuole paritarie

Dalla maggioranza arriva un altro emendamento che va a braccetto con quello di Fdi sui voucher fino 1.500 euro per gli studenti che frequentano le scuole paritarie. Noi Moderati propone di incrementare di 100 milioni di euro i fondi per gli istituti pubblici non statali. “Un altro attacco alla scuola pubblica”, ha commentato il capogruppo M5s in commissione Cultura al Senato, Luca Pirondini.
A cura di Giulia Casula
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Dopo la proposta di Fratelli d'Italia sui voucher fino a 1.500 euro riservati agli studenti che frequentano gli istituti paritari, dalla maggioranza spunta un altro emendamento alla Manovra che intende favorire le scuole private, aumentando di 100 milioni i fondi per il prossimo anno.

La proposta reca la firma del leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, e di altri parlamentari centristi, tra cui Mara Carfagna e Michela Brambilla, e interviene sull'articolo 85-bis relativo alle "disposizioni in materia di sostegno alle scuole paritarie".

Per evitare "la progressiva chiusura, nell’ultimo decennio, di sempre più scuole dell’infanzia paritarie e di istituti scolastici di primo e secondo grado paritari" e "per garantire e tutelare la libertà della scelta educativa sancita dall’articolo 30 della Costituzione", il contributo destinato alle scuole pubbliche non statali viene "incrementato di 100 milioni di euro per l’anno 2025".

Spetterà agli uffici scolastici regionali – si legge sempre nell'emendamento – provvedere al "successivo riparto in favore delle istituzioni scolastiche in proporzione al numero di alunni".

La modifica alla legge di bilancio proposta da Noi Moderati per aiutare le scuole private va a braccetto con l'emendamento di Fratelli d'Italia, che nelle ultime ore ha fatto parecchio discutere. Il partito della premier infatti, ha proposto di riconoscere alle famiglie che hanno un Isee inferiore ai 40mila euro un voucher annuale, fino a 1.500 euro, per ogni figlio che frequenti un istituto paritario.

In sostanza si tratta di una sorta di bonus che punta a incentivare gli studenti a iscriversi e frequentare le scuole private a discapito di quelle pubbliche. A tal proposito il capogruppo del M5s in commissione Cultura, Luca Pirondini, ha evidenziato "un sistema diffuso di costante finanziamento delle private a fronte di un indebolimento del sistema scolastico pubblico. Se pensiamo che dall'altro lato della bilancia vengono fatti fuori 7.000 posti in organico alle pubbliche e ci sono tagli di ogni tipo, il combinato disposto che ne esce è devastante e svela in tutta la sua crudezza l'attacco che Giorgia Meloni e questo governo stanno sferrando verso la scuola pubblica", ha proseguito il senatore, che ha invitato allo sciopero per portare "con forza la voce della scuola pubblica in Parlamento" contro "un vero e proprio scempio".

Anche per il deputato pentastellato Antonio Caso, "è evidente che nella maggioranza ci sia un amore sfrenato solo per le scuole private. Mentre Valditara ed il Governo tagliano risorse e personale alla scuola statale, oltre 7.000 tra docenti ed ATA, si prova in tutti i modi a fare "regali" alle scuole private. Il tutto è davvero sconcertante oltre che discriminante nei confronti dei nostri ragazzi", ha dichiarato rilanciando la proposta del M5s "per far fronte al caro scuola e alla povertà educativa ed è valida per tutti, un bonus fino a 500 euro per ogni figlio per famiglie con Isee inferiore ai 45.000 euro. La maggioranza la voti oppure la faccia sua", ha ribadito.

La pensa diversamente invece, Maria Stella Gelmini, recentemente entrata nel gruppo di Noi Moderati-Centro popolare. "Condivido la proposta, prevista nella legge di bilancio, di sostenere le scuole paritarie. Una proposta ragionevole, di buonsenso. Le opposizioni gridano allo scandalo, ma la verità è che sono del tutto scollegate dalla realtà ed esprimono una visione puramente ideologica che nulla ha a che fare con quanto prevede la nostra Costituzione", ha dichiarato la senatrice.

La scuola pubblica italiana "sta vivendo un momento particolarmente difficile. Questo vale per le scuole statali e anche per quelle paritarie, che in alcune realtà rappresentano l'unica possibilità educativa presente sul territorio. Al di là di quello che erroneamente afferma la sinistra, la scuola pubblica grazie alla legge Berlinguer è composta da scuole statali e da scuole paritarie, che svolgono a tutti gli effetti un servizio pubblico", ha proseguito Gelmini.

Secondo i dati citati dall'ex ministra, uno studente iscritto a una statale costerebbe circa 7mila euro, mentre i costi di uno iscritto alle paritarie scenderebbero a 500 euro, dato che la spesa verrebbe in parte colmata dalle famiglie che pagano la retta. "La differenza spesso è a carico delle famiglie: aiutarle, quindi, ad affrontare le rette scolastiche e tutte le altre spese relative all'educazione dei figli è un atto doveroso, non uno scandalo. Quella per le paritarie è innanzitutto una battaglia di libertà per garantire la libertà di scelta educativa delle famiglie in un contesto di pluralismo scolastico, proprio come previsto dalla Costituzione", ha concluso Gelmini.

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