Ora la Lega si prende pure il merito della rivalutazione delle pensioni
Rivendicare. Sempre, in qualsiasi situazione. Se mai fosse scritto un profilo dell'esponente politico tipo, il primo verbo per spiegare il suo comportamento sarebbe questo. Lo fanno tutti, da sempre. Destra, sinistra, centro. Certo, c'è poi chi esegue il compito in maniera particolarmente insistente. E persino chi finisce per rivendicare qualcosa che non dipende minimamente da lui. Intestarsi i meriti è il trucco più vecchio del mondo, e in questo Matteo Salvini è un campione assoluto. Di lista in lista, il leader della Lega elenca spesso tutto ciò che ha fatto, soprattutto in questo nuovo periodo di governo.
Ieri è arrivato un comunicato della Lega, in cui il Carroccio – per l'appunto – rivendica:
A milioni di pensionati oggi stanno arrivando le comunicazioni con il calcolo delle pensioni che saranno pagate a marzo. Per tutti si prospettano aumenti che non si erano visti da molti anni. Le pensioni più alte in valore assoluto saranno rivalutate un po' di meno in termini percentuali mentre le minime cresceranno di più, però per tutti ci sarà un aumento. Sappiamo che non è un regalo perché il costo della vita è aumentato però è un segno di attenzione fortemente voluto dal governo e dalla Lega per una categoria che in passato è stata sempre usata per fare cassa, vedi la legge Fornero che prevedeva il blocco totale della rivalutazione per tutti. Speriamo che questo aumento risulti gradito ai pensionati Italiani a cui la Lega conferma il massimo impegno per tutelare il potere d'acquisto a partire dai più svantaggiati.
Insomma, la Lega si è intestata la rivalutazione delle pensioni. La perequazione è un meccanismo automatico di adeguamento dei trattamenti pensionistici in base al costo della vita calcolato dall'Istat. In questi anni è cambiato molto spesso e il governo Meloni ha deciso di applicare la rivalutazione in maniera diversa a seconda dell'importo della pensione percepita. In pratica l'aumento è diverso a seconda di alcuni parametri.
La rivalutazione piena, considerato il tasso di inflazione al 7,3%, l'hanno ricevuta solamente i pensionati che ricevono fino a quattro volte il trattamento minimo. Per gli altri, invece, la percentuale di aumento cala al crescere della pensione. Questi sono i valori precisi:
- rivalutazione del 100% per le pensioni fino a quattro volte il trattamento minimo
- rivalutazione dell'85% per le pensioni comprese tra quattro e cinque volte il trattamento minimo
- rivalutazione del 53% per le pensioni comprese tra cinque e sei volte il trattamento minimo
- rivalutazione del 47% per le pensioni comprese tra sei e otto volte il trattamento minimo
- rivalutazione del 37% per le pensioni comprese tra otto e dieci volte il trattamento minimo
- rivalutazione del 32% per le pensioni superiori a dieci volte il trattamento minimo
Il governo ha dovuto evitare gli aumenti per tutti per risparmiare sulle finanze pubbliche. Insomma, altro che attenzione ai pensionati. Solamente la fascia di importo più basso ha ricevuto quello che gli spetta, cioè la rivalutazione in adeguamento al costo della vita.