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Ora il M5s di Conte aspetta solo l’Assemblea: “Grillo è isolato, immotivato il contratto da 300mila euro”

Non ci sono più vie di mezzo nei toni del conflitto tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo. Dopo l’annuncio dell’ex premier sul contratto del comico – che non sarà rinnovato – fonti del M5s hanno parlato dei malumori che quei 300mila euro all’anno avevano creato. E all’Assemblea costituente di novembre si voteranno delle mozioni per cancellare il ruolo di Grillo, ma anche per ridimensionare quello di Conte.
A cura di Luca Pons
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Dopo mesi e mesi di frecciate, che mano a mano sono diventate sempre più attacchi frontali, il conflitto tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo è esploso. Ieri, il presidente del Movimento 5 stelle ha di fatto annunciato che il contratto di Grillo con il M5s – non in quanto garante, ma in quanto abile comunicatore a supporto del Movimento – non sarà rinnovato. E ora il partito guarda all'Assemblea costituente che si svolgerà il 23 e 24 novembre. Qui andranno al voto dei quesiti che potrebbero cancellare il ruolo del comico genovese nel partito – ma anche ridimensionare quello di Conte. E si potrebbe aprire una nuova pagina per il Movimento.

Lo scontro Conte-Grillo arrivato al culmine

Le tensioni hanno raggiunto l'apice con le parole di Conte. Un rapporto "incrinato in maniera irreversibile", quello con il comico, che ormai con la sua "controcomunicazione" danneggia il M5s con atti di vero e proprio "sabotaggio". E, per di più, rivendica "il compenso come garante". I 300mila euro all'anno erano stati il frutto di un compromesso: Grillo avrebbe messo "la sua nota abilità comunicativa" al servizio del M5s di Conte, per "rafforzarlo", e per questo sarebbe stato compensato. Non in quanto garante. Dato che, come fonti interne al partito hanno sottolineato a Fanpage.it, "nel Movimento i ruoli statutari non vengono assolutamente retribuiti".

Diversi retroscena hanno documentato la presunta reazione di Grillo, che si sarebbe rivolto ad avvocati già nei giorni scorsi per capire che margine di manovra avesse per contrastare la rottura di Conte. Senza successo. Grillo avrebbe rivendicato che è stato lui a dare una ‘casa' politica a Conte, dopo la caduta del suo secondo governo. Quando l'avvocato avrebbe potuto tornare alla sua vita precedente, e invece è diventato la figura di riferimento del nuovo Movimento.

I "mal di pancia" nel M5s per quei 300mila euro all'anno

Da quanto Fanpage.it ha raccolto, nel M5s il contratto di Grillo sollevava già da tempo diversi malumori. Un'irritazione della base dei militanti, sì, ma anche dei parlamentari, in maggioranza vicini all'ex premier. D'altra parte, i gruppi parlamentari del Movimento 5 stelle oggi sono per la quasi totalità ‘contiani'. "Alcuni nemmeno lo conoscono, Grillo", commentano alcune fonti, e in ogni caso i "grillini della prima ora" sono quasi del tutto assenti.

"Il Movimento si autofinanzia, i parlamentari si tagliano lo stipendio, non prendiamo donazioni o finanziamenti esosi ma solo micro-donazioni e restituiamo alla collettività", è il ragionamento. E allora "è chiaro" che un contratto di 300mila euro al garante, in un Movimento in cui come detto nessuna carica prevede una retribuzione (nemmeno quella del presidente Conte) " ha provocato diversi mal di pancia".

Cosa può succedere all'Assemblea del 23 e 24 novembre

Ora l'appuntamento cruciale diventa l'Assemblea costituente, partita in sordina e spesso messa in secondo piano dalle polemiche interne. Finora dalla comunità sono arrivate diverse proposte che sono al vaglio di un gruppo di 300 persone estratte a sorte. Sabato 26 ottobre, si terrà l'ultimo incontro di confronto sui temi rimanenti. Alla fine, tutto si concluderà con l'Assemblea vera e propria il 23 e il 24 novembre. Qui arriverà il voto degli iscritti sui quesiti.

Impossibile non notare che, tra quei quesiti, ce ne sono anche alcuni che cancellano il ruolo di Beppe Grillo, quello del garante. O, in alternativa, ne riducono parecchio i poteri. Perché, per come è scritto al momento lo Statuto, ci sarebbero problemi di compatibilità con la Costituzione e le norme sulla trasparenza interna dei partiti (lo stesso Conte ha commentato la cosa dicendo semplicemente che lo Statuto lo ha "ereditato" e finora non è stato possibile "superare" tutte le "vecchie regole").

Proprio a fianco di quei quesiti ce ne sono altri che riguardano il presidente. Cioè Conte. Anche in questo caso, il possibile problema è un "eccessivo accentramento di potere nelle sue mani", come riportano i documenti preparatori dell'assemblea. Non si parla di cancellarlo del tutto, ma c'è l'ipotesi di "un ridimensionamento del suo ruolo".

L'assemblea, più che come una resa dei conti – "la posizione di Grillo è isolata, non ci sono due correnti da ‘pesare'" – negli ambienti vicini a Conte è vista come l'occasione per aprire un nuovo capitolo nella storia del M5s. Un capitolo che partirà dalle proposte politiche e dai temi: "Il valore politico dell'Assemblea va al di là del dualismo Conte-Grillo, è un punto di svolta e rinnovamento per il Movimento".

Ma resta il fatto che, dopo questo rinnovamento, il comico genovese potrebbe essere ben più isolato e indebolito nei rapporti con i vertici del M5s, forse addirittura assente. Se Grillo ne esce "ridimensionato", o se viene "sconfitto" sulla regola del secondo mandato, "sarà lui a decidere cosa fare…". E dal Movimento ci tengono a sottolineare: "Ma se l'Assemblea metterà in discussione la figura del garante non è perché la cosa è stata imposta dall'alto: è perché è stata la base a chiedere di affrontare questo tema".

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