Ora il Governo vuole far lavorare i migranti in attesa di asilo politico
Il neo-ministro dell'Interno Marco Minniti si appresta a presentare un pacchetto di misure che potrebbero cambiare sensibilmente le regole in materia di immigrazione. Le nuove norme, che verranno analizzate il 18 gennaio in commissione Affari Costituzionali, sono state anticipate in un articolo a firma di Fiorenza Sarzanini del Corriere della Sera. Secondo la cronista, tra le varie misure che Minniti si appresta a proporre ci sarebbe un'importante novità: chi arriverà in Italia e presenterà domanda di asilo dovrà svolgere lavori socialmente utili mentre attende l'esito della pratica. Come già annunciato dallo stesso ministro più volte, in attesa della definitiva approvazione degli accordi per i rimpatri e per il blocco delle partenze con i Paesi origine dei flussi migratori, la rivoluzione delle norme in materia di immigrazione sostanzialmente vuole creare una sorta di spartiacque tra immigrati cosiddetti "irregolari" e i profughi con diritto d'asilo. Il progetto proposto da Minniti dovrà essere approvato dal Parlamento, ma coinvolgerà anche gli enti locali, ovvero le Regioni e i Comuni, che dovranno farsi carico, qualora venisse approvato questo pacchetto immigrazione, dell'accoglienza dei migranti. Questo percorso, ha sottolineato Minniti, "servirà a garantire accoglienza a chi ha titolo, essendo inflessibili con chi non ha i requisiti per rimanere nel nostro Paese".
Secondo le nuove procedure che il titolare del Viminale si appresta a proporre, i richiedenti asilo a circa due mesi dall'inoltro della pratica otterranno un documento che classificherà come "sedicenti" le generalità rilasciate al momento dell'arrivo in Italia. Attraverso questo documento, quindi, i richiedenti asilo potranno essere inseriti nel circuito dei lavori socialmente utili e, in sostanza, permetterà loro di guadagnare una sorta di "credito" che andrà ad aumentare le possibilità di ottenere lo status di rifugiato. Il ministro Minniti inoltre sta pensando di avviare una serie di convenzioni con aziende private per attivare stage destinati ai richiedenti asilo in possesso di diplomi e specializzazioni.
Nel pacchetto è previsto inoltre il ritorno dei Cie, Centri di identificazione ed espulsione, progressivamente smantellati nel corso degli ultimi anni, che rispetto al passato cambieranno struttura: i nuovi Cie pensati dal ministro Minniti prevedono al massimo 100 posti e saranno locati in stabili demaniali lontani dal centro città. Al loro interno saranno presenti poliziotti che si occuperanno di portare a termine le procedure di identificazione per poi, eventualmente, procedere ai rimpatri, ma anche un "garante" per il rispetto dei diritti degli stranieri transitanti all'interno dei Cie. Al momento si prevede di utilizzare i centri già operativi, di Roma, Torino, Crotone e Caltanissetta, mentre successivamente il ministero dell'Interno procederà all'individuazione di nuove strutture da adibire allo scopo sparse su tutto il territorio nazionale, ad esclusione della Valle d'Aosta e del Molise.
Il titolare del Viminale, in pratica, mira a snellire le procedure per l'approvazione dell'asilo e a questo scopo sta pensando inoltre di limitare la possibilità di presentare appello contro il provvedimento che nega lo status richiesto, prevedendo però alcune eccezioni. Non solo: anche per quanto riguarda il reato di clandestinità, Minniti propende per la modifica di alcune norme sempre nell'ottica di velocizzare e semplificare le procedure di rimpatrio. Come anticipato, però, queste norme verranno discusse in commissione il prossimo 18 gennaio.