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Ora il governo Meloni dice che i centri migranti in Albania apriranno a ottobre

Prima doveva essere maggio, poi agosto, adesso “si parte ad ottobre” con i due centri migranti previsti dal protocollo Italia-Albania. La garanzia è arrivata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. È l’ennesima scadenza fissata dall’esecutivo, per un progetto che al momento esiste solo sulla carta.
A cura di Luca Pons
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I centri migranti costruiti in Albania e gestiti dalle autorità italiane apriranno "ad ottobre". Il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi ha dato questa indicazione, ancora piuttosto generica, oggi parlando ai cronisti. Piantedosi ha ammesso che c'è stato "qualche mese di ritardo", parlando di "situazioni normali di verifica per cui si è scoperto ad esempio che il terreno andava rinforzato. Tutto qui, varianti in corso d'opera normalissime".

Il progetto era stato annunciato a novembre dello scorso anno come una "soluzione innovativa", che sarebbe diventata "un modello da seguire", e sarebbe stata operativa entro la primavera del 2024. Ma poi del progetto si era persa traccia. Dopo mesi era emerso, tramite un bando della prefettura di Roma (e non più con una conferenza stampa del governo), che la data del via ufficiale avrebbe dovuto essere il 20 maggio.  Ma questo, naturalmente, non è avvenuto.

L'idea era di approntare i centri perché fossero pronti per il periodo estivo, quando spesso, anche grazie alle condizioni climatiche, i tentativi di attraversare il Mediterraneo aumentano. Invece, a maggio il governo era rimasto sul vago. A giugno aveva annunciato la nuova apertura il 1° agosto, poi nuovamente smentita. Proprio ad agosto lo stesso ministro Piantedosi aveva evitato di dire quando il progetto avrebbe avuto il via, dando la responsabilità dei ritardi alle condizioni geologiche del terreno e alle ondate di caldo.

Insomma, i campi migranti in Albania finora hanno fatto più discutere più per le polemiche collegate – da quelle più leggere a quelle sulla tutela dei diritti umani delle persone ospitate – che per loro efficacia. Tuttavia, Piantedosi ha garantito che la scadenza di ottobre sarà rispettata: "Non temiamo eventuali ricorsi perché questa è una normativa con cui l'Italia anticipa una regolamentazione europea che entrerà in vigore dal 2026. Ci saranno procedure accelerate di frontiera con espulsioni più rapide senza comprimere il diritto d'asilo. Poi i singoli contenziosi si affronteranno di volta in volta".

Il protocollo con l'Albania è stato anche uno dei temi toccati da Giorgia Meloni nel suo incontro con il premier britannico Keir Starmer, avvenuto oggi: "Abbiamo offerto tutti gli elementi per comprendere meglio questo meccanismo, che è stata una delle innovazioni portate dal governo italiano nella politica di governo dei flussi migratori", ha detto la presidente del Consiglio.

Invece dall'opposizione Angelo Bonelli, deputato di Avs, ha attaccato: "Il modello Albania tanto decantato dalla premier Meloni, semplicemente non esiste. Ci troviamo difronte all'ennesima autocelebrazione trionfalistica di questo governo che antepone bugie e propaganda al rispetto dei diritti e della vita umana stessa. Vorrei ricordare a tutti che i due centri per migranti in Albania costeranno quasi un miliardo di euro per i prossimi 5 anni, ovvero 550mila euro al giorno, di cui 138mila solo per i funzionari che faranno avanti e indietro dall'Italia. Uno sperpero di denaro pubblico senza precedenti, altro che modello".

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