"Le regole non si scrivono per garantire lunga vita ai governi, ma per assicurare al Paese vera democrazia, ovvero, restituire ai cittadini il diritto di scelta". Prendiamo in prestito le parole di Antonio Borghesi, ex parlamentare dell'Italia dei Valori, perché meglio rappresentano una delle tante contraddizioni nel dibattito sulla legge elettorale. I fatti recentissimi sono noti a tutti, con Letta che va in televisione a spiegare che il ricorso alle urne col Porcellum sarebbe una follia, con Grillo che lo accusa di aver mentito sulla sua posizione in merito alla modifica della legge, con Giachetti (estensore della proposta per il ritorno al Mattarellum) che sbugiarda il presidente del Consiglio e con quest'ultimo che accusa il capo politico del Movimento 5 Stelle di essere "il primo fan del Porcellum".
Questo, si badi bene, solo nell'ultimo giorno. Quanto a quello che è successo da otto anni a questa parte si può farsene un'idea scorrendo le dichiarazioni raccolte su Valigiablu, che chiude il cerchio riportando le categoriche parole del premier sul cambiamento della legge elettorale:
Affinché dal primo settembre si cominci a discutere con urgenza il cambiamento – a mio avviso – più urgente che ci sia: il cambiamento della legge elettorale. Cambiare una legge elettorale che così com’è non funziona, una legge – quella nuova, che a ottobre io penso la camera dovrà approvare – che consenta a ognuno di noi di scegliere i propri rappresentanti.
Ecco, senza dilungarci troppo, magari ricordando la farsa della "richiesta della procedura d'urgenza" e la meravigliosa idea di inserire la revisione del meccanismo elettorale al termine della discussione sulle riforme istituzionali (che chiaramente sarebbe cosa sensata…in un parlamento sensato, appunto), la considerazione resta sempre la stessa: sarebbe ora di smetterla di utilizzare la questione come alibi, come scusante, come spauracchio per non prendersi le proprie responsabilità. E sarebbe ora di smetterla con la balla della possibilità di cambiare la legge elettorale (qui siamo stati facili profeti), e ci ripetiamo: "Perché mai dovrebbe riuscire questa maggioranza, rattoppata e investita di enormi problemi interni, laddove hanno fallito maggioranze monoblocco e persino il governo tecnico?".
Anche perché, a voler essere seri (e soprattutto stante l'indisponibilità al ritorno al Mattarellum), dovremmo sì dire che il Porcellum fa schifo e bla bla bla, ma anche che il "problema" sulla strada che porta ad una maggioranza qualificata non è la legge elettorale, ma la dispersione del consenso. E immaginare solo una legge elettorale che dia governabilità ad una singola coalizione che abbia poco più del 30% dei voti è pura follia.