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Ora anche il Piemonte vuole chiedere più autonomia, come Veneto e Lombardia

Durante la conferenza stampa di fine anno, il governatore della Regione Piemonte ha dichiarato di voler intavolare una trattativa con il nuovo governo per ottenere più autonomia di bilancio, esattamente come richiesto dalla regione Emilia Romagna. A differenza di Lombardia e Veneto, però, Chiamparino non ha intenzione di indire un referendum consultivo.
A cura di Charlotte Matteini
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Il governatore della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, vuole più autonomia di bilancio, esattamente come l'Emilia Romagna, il Veneto e la Lombardia. A dichiararlo è stato proprio lo stesso presidente di regione del Partito Democratico nel pomeriggio di oggi, durante la tradizionale conferenza stampa di fine anni. Chiamparino, però, non vuole indire un referendum consultivo come le regioni governate dai leghisti Luca Zaia e Roberto Maroni, ma preferisce intentare la strada del tavolo di concertazione con il prossimo governo che verrà eletto nella primavera del 2018, esattamente come l'Emilia Romagna.

"Continuo a rifiutare la logica referendaria alla Maroni-Zaia, perché, pur essendo legittime, hanno un profilo politico che non è il nostro. Diverso è cercare, come già altre Regioni, di vedere se, una volta raggiunta una ragionevole stabilità di bilancio, vi sono competenze che possano essere discusse, negoziate, trasferite con le risorse connesse alla Regione in alcuni campi come, ad esempio, Formazione professionale e Beni culturali. Ma non vado oltre, non mi piace improvvisare: ho chiesto al mio vice, Aldo Reschigna di approfondire il tema e, presto, potranno esserci le condizioni per tornarci sopra. Il tema, va da sé, riguarderà il nuovo Parlamento e Governo", ha spiegato il governatore durante la conferenza stampa.

In sostanza, dunque, Chiamparino mira a ottenere più autonomia per la Regione Piemonte, autonomia che significa soprattutto più fondi economici a disposizione dell'ente regionale. Nel corso della conferenza, però, il presidente piemontese ha ribadito che "vista l’improbabilità che venga ripresa entro breve una riforma costituzionale del Titolo V" ci siano "le condizioni per il Piemonte per sedersi a un tavolo di negoziazione su alcuni di questi temi".

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