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Open to meraviglia, sulla Venere influencer del turismo si apre un’inchiesta della Corte dei conti

La campagna Open to meraviglia, lanciata dalla ministra del Turismo Daniela Santanchè, è costata quasi 140mila euro solo per la parte creativa. Ma da mesi la Venere di Botticelli usata come testimonial è sparita dai social. La Corte dei conti ha deciso di aprire un’istruttoria e chiedere spiegazioni.
A cura di Luca Pons
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La Procura della Corte dei conti del Lazio ha deciso di aprire un'istruttoria su Open to meraviglia. La campagna di comunicazione lanciata dal ministero del Turismo – e quindi da Daniela Santanchè – lo scorso aprile avrebbe dovuto fare da spinta per il turismo internazionale in Italia. Al lancio aveva fatto discutere il costo complessivo della campagna (9 milioni di euro), ma in particolare la Corte dei conti si concentrerebbe su un dato: la spesa per lo spot iniziale, pari a 138mila euro.

Si tratta di una cifra di poco inferiore alla soglia (140mila euro) dopo cui è obbligatorio fare una gara pubblica. L'assegnazione invece sarebbe arrivata a inizio aprile con una delibera di Palazzo Chigi, che ha affidato l'opera urgentemente perché il video doveva essere pronto entro la data di lancio, meno di tre settimane dopo. Secondo quanto riportato da Repubblica, il procuratore Pio Silvestri della Corte dei conti ha così aperto un'istruttoria, e chiederà al ministero del Turismo di spiegare perché da diversi mesi la Venere sia completamente sparita dai social.

L'ipotesi quindi sarebbe quella di un danno erariale. Cioè, in pratica, di aver sprecato dei soldi pubblici, perché la comunicazione via social si è interrotta. Niente Facebook e Tiktok, niente Twitter. Su Instagram, l'ultimo post risale al 27 giugno. Da allora non sono più arrivate informazioni a riguardo.

Contattato da Fanpage.it, il ministero del Turismo aveva giustificato poche settimane questo silenzio. "La campagna non è terminata, anzi è vero il contrario, prova ne è la presenza de ‘la Venere' questa estate negli hub internazionali e in alcune piazze italiane", aveva riferito, dicendo poi che anche l'assenza dai social sarebbe terminata. "Confermiamo che la Venere sarà nuovamente presente anche sul suo profilo, in questa seconda parte di estate". Nel frattempo però agosto è arrivato al termine, l'estate si avvicina alla fine e di post non se ne sono visti.

Il ministero, però, non aveva fornito ulteriori informazioni, né su chi gestisse concretamente il profilo della Venere (e se quindi ci fossero stati problemi contrattuali, ad esempio), né sul motivo che aveva spinto a scegliere di bloccare la pubblicazione di post. Si era limitato a spiegare che, con il suo ritorno, la Venere avrebbe fatto "da traino al portale italia.it", ovvero il sito che fa da punto di riferimento del turismo in Italia, e che ha a sua volta dei canali social.

Insomma, la totale assenza di post sarebbe stata "frutto di una scelta ponderata". Una scelta che andrà spiegata alla Corte dei conti, per convincere la Procura che la strategia è stata davvero ponderata e non c'è stato uno spreco di soldi.

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