Open Arms, schiaffo a Salvini: Trenta e Toninelli non firmano divieto d’ingresso
AGGIORNAMENTO: "Non si può ritenere che siano rinvenibili nuove cogenti motivazioni di carattere generale ovvero di ordine e sicurezza pubblica tali da superare gli elementi di diritto e di fatto nonché le ragioni di necessità e urgenza posti alla base della misura cautelare disposta dall'autorità giudiziaria, che anzi si sono verosimilmente aggravati". Con queste parole la ministra della Difesa Trenta ha motivato la decisione, presa nella notte, di non firmare il nuovo decreto di Salvini che vieta l'ingresso nelle acque territoriali italiane dell'Open Arms. Dopo la decisione del Tar, che ha sospeso il divieto d'ingresso nelle acque territoriali italiane, la nave umanitaria si è diretta ieri verso Lampedusa, con 147 persone a bordo.
La mancata adesione alla decisione del giudice amministrativo "potrebbe finanche configurare la violazione di norme penali – avverte Trenta – fermo restando, in ogni caso, che in adesione al dictum iuris sarebbe stato eventualmente necessario inserire nel dispositivo del provvedimento un'esplicita disponibilità all'assistenza delle persone maggiormente bisognevoli. Ho preso questa decisione, motivata da solide ragioni legali, ascoltando la mia coscienza – sottolinea ancora il ministro – Non dobbiamo mai dimenticare che dietro le polemiche di questi giorni ci sono bambini e ragazzi che hanno sofferto violenze e abusi di ogni tipo. La politica non può mai perdere l'umanità . Per questo non ho firmato".
Anche Toninelli sfida Salvini
"Avevo già firmato il decreto di Salvini che vietava l'ingresso della Open Arms nelle acque italiane. Avevo firmato anche stavolta, per ribadire che chi non rispetta il diritto del mare non può sbarcare in Italia. Quel decreto è stato bocciato dal Tar ed emetterne un altro identico esporrebbe la parte seria del Governo, che non è quella che ha tradito il contratto, al ridicolo. Salvini che cerca solo il consenso facile, noi agiamo con senso di Stato concretezza", a dirlo è il ministro delle infrastrutture Toninelli in un post su Fb.
"Questo non significa che dobbiamo accogliere tutti i migranti della Open Arms. La mia, la nostra, linea non cambia: mettiamo in sicurezza la nave come ci chiedono i giudici; poi l'Europa, e in primis la Spagna la cui bandiera sventola sulla Open Arms, inizino ad assumersi le proprie responsabilità facendosi carico di accogliere 116 migranti che sono a bordo della nave – ha continuato il ministro nel post su Facebook – Noi come Italia interveniamo per tutelare la salute dei 31 minori a bordo, che sono in situazione di pericolo, come chiesto dal Presidente del Consiglio e come prevede la legge, che giustamente impone sempre la tutela dei minori e la loro protezione". Di fatto la mancata firma dei due ministri M5S ha di fatto reso inefficace il secondo divieto di ingresso perché, in base a quanto prevede il decreto sicurezza bis, il provvedimento deve essere adottato dal responsabile del Viminale "di concerto con il Ministro della difesa e con quello delle infrastrutture e dei trasporti, secondo le rispettive competenze, è data notizia al Presidente del Consiglio dei ministri".
La replica di Salvini
Matteo Salvini questa mattina ha replicato così: "Umanità non significa aiutare trafficanti e ong. Per me umanità significa investire seriamente in Africa e non certo aprire i porti italiani". E poi in un post su Facebook ha aggiunto: "Sul divieto di sbarco alla Open Arms siamo soli contro tutti. Contro Ong, tribunali, Europa e ministri impauriti. E col Pd al governo, immigrazione di massa e Ius Soli tornerebbero realtà".
"Gli Italiani hanno bisogno di un governo forte, non è ammessa timidezza quando sono in gioco la sicurezza e i confini della Patria. Che è dovere di ogni cittadino, e a maggior ragione di ogni ministro, difendere", ha ribadito in un tweet.
Intanto la nave alle prime luci dell'alba è arrivata nelle immediate vicinanze di Lampedusa. Diverse motovedette della guardia di finanza e della capitaneria di porto stanno monitorando i movimenti dell'imbarcazione della ong spagnola che si è diretta verso l'isola delle Pelagie, scortata da due navi militari. Ieri il ministro dell'Interno ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar ribadendo il suo ‘no' alla sbarco dei migranti: "Solo in Italia c'è una situazione di questo genere: una nave di una ong spagnola in acque maltesi per cui un giudice del Tar del Lazio dice che deve sbarcare in Italia. La mia risposta è no, no, no. Ne sono arrivati già a sufficienza di clandestini negli anni passati. Caro il mio giudice, lo stipendio te lo pagano gli italiani e devi difendere i confini italiani" – ha detto durante un comizio a La Spezia – "Finché sarò ministro non autorizzerò mezzo sbarco, farò di tutto perché Renzi e la Boschi non governino più in questo Paese".
L'imbarcazione si trova nella zona di Cala Francese, a poche Centinaia di metri dall'entrata del porto. Le condizioni del mare non sono buone e, stando alle previsioni, non sono previsti miglioramenti nel corso della giornata.