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Open Arms, Salvini non patteggia: “Vado fino in Cassazione per dire che non sono un sequestratore”

Matteo Salvini non intende arretrare sul processo Open Arms: “Non patteggio, sono convinto di aver ragione. Vado fino in Cassazione per dire che non sono un sequestratore”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Non mollo di un centimetro, non mi fermo. Sono serenamente e pacificamente incazzato". Il vicepremier leghista Matteo Salvini, al centro della bufera per il caso Open Arms, dopo che la procura di Palermo ha chiesto per lui 6 anni di reclusione, per aver negato illegittimamente nel 2019 alla nave della ong spagnola di far sbarcare a Lampedusa 147 migranti soccorsi in mare.

Salvini, che ieri ha convocato il consiglio federale della Lega, è intervenuto ieri sera a Rete 4, ospite di ‘Quarta Repubblica': "Non ho paura. Conto di essere assolto. È un processo politico e un tentativo della sinistra di attaccare il governo".

"Come Lega, nelle prossime due settimane saremo in tante piazze italiane perché se venite a metterci una firma ai gazebo della Lega, non che io mi senta solo, ma diciamo che se siamo in tanti a dire che ‘difendere i confini non è reato' magari a Palermo finisce come mi auguro che finisca".

"Se è una battaglia di Salvini è un conto – ha aggiunto – Ma se alcuni milioni di italiani, a prescindere dal partito per cui votano, dicono che difendere i confini, combattere l'illegalità e i trafficanti umani, è un diritto e non un reato, mi sento meno solo", ha detto spiegando il perché della raccolta firme, iniziativa pensata dalla Lega per fare sentire il sostegno di militanti e simpatizzanti al segretario federale del partito. L'idea è emersa nel corso del consiglio federale del Carroccio che si è svolto ieri alla Camera e dovrebbe concretizzarsi prima dell'appuntamento di Pontida, il 6 ottobre, con gazebo e banchetti in tutta Italia.

La manifestazione di Pontida "sarà una grande mobilitazione per il diritto alla sicurezza dei cittadini italiani, per la libertà di pensiero e di parola, per il rispetto della sovranità popolare e nazionale", ha spiegato il leader della Lega.

"Non patteggio, sono convinto di aver ragione – ha aggiunto ieri sera – Vado fino in Cassazione per dire che non sono un sequestratore. Abbiamo ridotto gli sbarchi e dimezzato i morti. L'immigrazione clandestina è un business. Io i terroristi, gli stupratori, quelli che hanno 18 identità e provano a sbarcare per la sesta volta a Lampedusa non li faccio sbarcare. Ci vuole un limite, possiamo accogliere un tot di persone".

"Dopo la richiesta incredibile di sei anni di carcere vero, mi è arrivata solidarietà da gente lontanissima dalla Lega. Al di là della compattezza della Lega, del governo, di Meloni e Tajani, dei ministri e anche di Elon Musk, mi ha fatto piacere la solidarietà di chi non la pensa come me per dire che in politica serve buon gusto e buon senso. Io non mollo di un millimetro, non mi fermo, sicuramente sono un po' incazzato perché tutto mi sarei aspettato della vita. Conto di essere assolto, penso che un giudice che dica questo qua ha fatto il suo dovere, ha salvato vite e ha difeso i suoi cittadini", ha detto ancora su Retequattro. "Il processo è nato dall'esposto di Legambiente. Più che di uccellini e di ambiente, si occupano di politica. C'è un sistema ampio che fa riferimento alla sinistra che non prevede che la difesa dei confini esista", ha aggiunto.

Secondo Salvini il governo Meloni è sotto attacco: "Non ci sono registi occulti, è il solito… Berlusconi per 30 anni è stato ostaggio di magistrati di sinistra, giornali di sinistra e politici di sinistra. Io penso che il governo reagirà con le riforme stando in mezzo alla gente".

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