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Open Arms, Salvini di nuovo indagato per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio

L’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini è di nuovo indagato per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio in relazione al caso Open Arms dalla Procura di Agrigento. Gli atti sono ora a Palermo, con il procuratore Lo Voi che dovrà decidere se mandare avanti il provvedimento o archiviare le accuse a carico del leader leghista.
A cura di Redazione
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Il leader della Lega Matteo Salvini è iscritto nel registro degli indagati per sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio in relazione al caso Open Arms. A renderlo noto è Alessandra Ziniti de La Repubblica, che riporta come a muoversi sia stata nuovamente la Procura di Agrigento, che ora ha passato il fascicolo alla Dda di Palermo, che dovrà stabilire quali ipotesi di reato saranno poi sottoposte al Tribunale dei ministri. A quanto apprende la cronista de La Repubblica, il fascicolo riguardante l’ex ministro dell’Interno sarebbe sul tavolo del procuratore capo Franco Lo Voi che ha dieci giorni di tempo per decidere “se confermare le ipotesi di reato, riformularle o chiedere l'archiviazione”.

La vicenda è quella della Open Arms e risale all’agosto scorso, quando alla nave della ONG spagnola fu negata l’autorizzazione allo sbarco di 164 migranti tratti in salvo al largo delle coste libiche. Sbarco che fu autorizzato solo a seguito dell’ispezione del procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio, che aprì subito un fascicolo a carico di ignoti. In quella occasione, il procuratore scrisse parole durissime, motivando così la necessità dell’apertura dell’inchiesta: “Occorre verificare se la situazione emergenziale emersa nei giorni scorsi in seguito alla permanenza per diversi giorni della nave Open Arms a largo delle acque nazionali, e confermata dai medici in occasione dell'ispezione, sia il frutto del rifiuto posto in essere dalle autorità competenti ad emettere i provvedimenti necessari per ragioni di igiene e sanità. La condotta attiva consiste nell'indebito rifiuto da parte del pubblico ufficiale o dell'incaricato di pubblico servizio di un atto, indifferibile e doveroso, motivato da ragioni, tra le altre, di igiene e sanità”.

Va ricordato, infatti, che le autorità italiane non concessero alla Open Arms un porto di sbarco malgrado una pronuncia del TAR del Lazio che sospendeva la direttiva con la quale il ministero dell’Interno aveva negato alla nave l’ingresso nelle acque territoriali italiane. Si prospetta, dunque, un nuovo caso Diciotti, con la decisione sull’eventuale processo a carico di Matteo Salvini che potrebbe toccare nuovamente al Parlamento. Nel caso della nave militare italiana, come ricorderete, Movimento 5 Stelle, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia salvarono l’allora ministro dell’Interno dal processo e lo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rivendicò politicamente l’operato di Matteo Salvini.

Chi sono i giudici che si occuperanno del caso

Il nuovo Tribunale dei Ministri di Palermo che dovrà occuparsi dell'indagine a carico dell'ex ministro Matteo Salvini è composto da tre donne. Si tratta di Caterina Greco (che presiede il Tribunale, in quando membro più anziano), Lucia Fontana e Maria Cirrincione. Una composizione diversa, dunque, rispetto al Tribunale dei ministri che si occupò di Salvini per il caso Diciotti, composto da Fabio Pilato – presidente – Giuseppe Sidoti e Filippo Serio. In quel caso il Tribunale decise di mandare tutto ai colleghi di Catania perché Palermo non aveva la competenza territoriale per occuparsi dell'indagine a carico del ministro dell'Interno.

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