Open Arms, rinviata la prima udienza del processo a Matteo Salvini: “Ci andrò a testa alta”
Slitta il processo Open Arms contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Questa mattina a Palermo si sarebbe dovuta tenere la prima udienza, ma il presidente della II sezione penale del tribunale ha deciso di rinviarla al prossimo 23 ottobre. Il leader della Lega è stato rinviato a giudizio ad aprile e adesso dovrà rispondere alle accuse di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per non aver concesso alla nave Open Arms, con a bordo 164 migranti, un porto sicuro nell'agosto del 2019. Il rinvio dell'udienza a fine ottobre è stato commentata dallo stesso Salvini mentre si trovava in provincia di Pavia per un comizio elettorale: "Mi presenterò come sempre a testa alta – ha detto – e con l’orgoglio di aver fatto le scelte per il bene degli italiani e del nostro Paese". E non ha perso occasione per attaccare la gestione della ministra dell'Interno Lamorgese: "Ho solo rispettato le regole – ha detto Salvini ai giornalisti – Invece noto che oggi continuano ad entrare clandestini, che naturalmente non hanno il Green Pass". Anche Open Arms è intervenuta per commentare la notizia: "Ci saremo", hanno fatto sapere in un tweet.
La vicenda Open Arms che ha portato Salvini a processo
Salvini è accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio perché nell'agosto 2019, quando era ministro dell'Interno per il governo Conte 1, aveva trattenuto in mare la nave della Ong spagnola Open Arms. A bordo dell'imbarcazione c'erano 164 migranti, soccorsi in più interventi di salvataggio. La nave aveva quindi chiesto un porto di sbarco sicuro all'Italia, senza ottenerlo e restando così in acqua per 19 giorni. Dal governo, infatti, non era stato dato il via libera allo sbarco. Per questo, lo scorso 7 settembre, la procura di Palermo ha inserito nella lista delle persone che saranno chiamate a testimoniare nel processo molti esponenti dell'allora governo giallo-verde. Per stabilire il grado di responsabilità di ciascuno nelle scelte prese dal governo in quell'occasione, sarà utile sentire la posizione degli attuali ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, ma anche degli ex membri dell'esecutivo tra cui Giuseppe Conte, Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. La posizione assunta dalla difesa di Salvini è che, secondo il diritto internazionale, non spettasse all'Italia indicare un porto di sbarco: la tesi dell'avvocato Giulia Bongiorno è che, siccome la nave batteva bandiera spagnola, la competenza fosse della Spagna.