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Open Arms, rinviata la prima udienza del processo a Matteo Salvini: “Ci andrò a testa alta”

Era fissata per oggi la prima udienza del processo Open Arms che vede Matteo Salvini accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio. Il tribunale di Palermo ha però rinviato l’inizio del processo al 23 ottobre. Salvini ha fatto sapere che si presenterà “a testa alta”, mentre Open Arms ha twittato: “Ci saremo”.
A cura di Giuseppe Pastore
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Slitta il processo Open Arms contro l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini. Questa mattina a Palermo si sarebbe dovuta tenere la prima udienza, ma il presidente della II sezione penale del tribunale ha deciso di rinviarla al prossimo 23 ottobre. Il leader della Lega è stato rinviato a giudizio ad aprile e adesso dovrà rispondere alle accuse di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio per non aver concesso alla nave Open Arms, con a bordo 164 migranti, un porto sicuro nell'agosto del 2019. Il rinvio dell'udienza a fine ottobre è stato commentata dallo stesso Salvini mentre si trovava in provincia di Pavia per un comizio elettorale: "Mi presenterò come sempre a testa alta – ha detto – e con l’orgoglio di aver fatto le scelte per il bene degli italiani e del nostro Paese". E non ha perso occasione per attaccare la gestione della ministra dell'Interno Lamorgese: "Ho solo rispettato le regole – ha detto Salvini ai giornalisti – Invece noto che oggi continuano ad entrare clandestini, che naturalmente non hanno il Green Pass". Anche Open Arms è intervenuta per commentare la notizia: "Ci saremo", hanno fatto sapere in un tweet.

La vicenda Open Arms che ha portato Salvini a processo

Salvini è accusato di sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio perché nell'agosto 2019, quando era ministro dell'Interno per il governo Conte 1, aveva trattenuto in mare la nave della Ong spagnola Open Arms. A bordo dell'imbarcazione c'erano 164 migranti, soccorsi in più interventi di salvataggio. La nave aveva quindi chiesto un porto di sbarco sicuro all'Italia, senza ottenerlo e restando così in acqua per 19 giorni. Dal governo, infatti, non era stato dato il via libera allo sbarco. Per questo, lo scorso 7 settembre, la procura di Palermo ha inserito nella lista delle persone che saranno chiamate a testimoniare nel processo molti esponenti dell'allora governo giallo-verde. Per stabilire il grado di responsabilità di ciascuno nelle scelte prese dal governo in quell'occasione, sarà utile sentire la posizione degli attuali ministri Luciana Lamorgese e Luigi Di Maio, ma anche degli ex membri dell'esecutivo tra cui Giuseppe Conte, Danilo Toninelli ed Elisabetta Trenta. La posizione assunta dalla difesa di Salvini è che, secondo il diritto internazionale, non spettasse all'Italia indicare un porto di sbarco: la tesi dell'avvocato Giulia Bongiorno è che, siccome la nave batteva bandiera spagnola, la competenza fosse della Spagna.

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