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Open Arms, processo a Salvini: alla prossima udienza presente anche Richard Gere come testimone

Si è conclusa oggi una nuova udienza del processo Open Arms, in cui è imputato Matteo Salvini. La prossima udienza sarà il 6 ottobre, e sarà ascoltata la deposizione di Richard Gere.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'attore americano Richard Gere sarà in tribunale per testimoniare al processo Open Arms il prossimo 6 ottobre. Si è conclusa questa mattina a Palermo l'udienza del processo all'ex ministro dell'Interno, Matteo Salvini, per i ritardi nello sbarco dei migranti sulla Open arms. Il segretario della Lega è imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio per aver ritardato lo sbarco 147 migranti dalla nave dell'Ong spagnola nell'agosto del 2019, quando era ministro dell'Interno. Salvini al suo arrivo è stato accolto all'esterno dell'aula bunker del carcere Pagliarelli con uno striscione di solidarietà, che recitava: "L'unico a fermare i clandestini, giù le mani da Salvini".

Il procedimento è stato aggiornato al prossimo 6 ottobre, alle 15:30, nell'aula bunker del carcere Ucciardone, e verrà appunto sentito anche Richard Gere, secondo quanto annunciato a fine udienza dal Presidente della seconda sezione del Tribunale Roberto Murgia. Quel giorno saranno ascoltati altri due testi, gli ultimi, della parte civile Open Arms. Secondo quanto ha detto in Aula l'avvocato della Ong spagnola Arturo Salerni, l'attore statunitense sarà presente.

Il 9 agosto del 2019 Richard Gere era salito sulla nave della Ong spagnola che si trovava al largo di Lampedusa con 121 migranti a bordo. "Abbiamo portato tutta l'acqua e il cibo possibile", aveva detto in un videomessaggio l'attore a bordo della Open Arms. "Vengono tutti dall'Africa mentre l'equipaggio da tutte le parti del mondo, maggiormente dall'Europa. Stanno tutti bene, prima erano su due barche nel mezzo del mare. Una delle due è tornata indietro, presa dalla guardia costiera libica. Non sappiamo cosa sia accaduto a loro". E ancora: "Le persone che vedete a bordo – continua – sono qui solo grazie alle donazioni fatte a Open Arms. E ora la cosa più importante per loro è arrivare in un porto libero/sicuro, scendere dalla barca e iniziare una nuova vita. Quindi per favore supportateci, supportate la Open Arms e tutte queste persone e i loro fratelli e sorelle", aveva concluso.

La testimonianza di Gregorio De Falco

Oggi in aula, nel corso di un'udienza durata circa tre ore, è stato il giorno dell'ex senatore Gregorio De Falco, già comandante della Capitaneria di porto di Livorno che guidò le operazioni di soccorso in occasione del naufragio della Costa Concordia nel gennaio 2012. De Gregorio ha ricordato quei giorni di tensione dell'agosto 2019, quando a Palazzo Chigi c'era Giuseppe Conte con il governo giallo-verde, che teneva insieme M5s e Lega: "La situazione del governo era molto critica – ha ricordato De Falco, che al tempo sedeva tra i banchi dei Cinquestelle – con Salvini che minacciava di ritirare la delegazione dei ministri leghisti". De Falco ha parlato anche della Guardia costiera libica: "Per quanto mi riguarda è formata da delinquenti", e questo la rende poco attendibile nella gestione dei soccorsi in mare. "Lo dicono gli stessi libici, molti degli effettivi sono persone uscite condannate e già uscite dal carcere", ha aggiunto. Oltre a De Falco è stata ascoltata anche Maria Leone, tutrice minori all'epoca dei fatti.

La reazione di Salvini

"Ringrazio chi questa mattina a Palermo è venuto davanti al tribunale a portare un apprezzato sostegno prima dell'udienza del processo Open Arms. Tornerò in questa splendida città il prossimo 6 ottobre ad ascoltare le testimonianze hollywoodiane di Richard Gere, che mi accusa di avere agito in maniera criminale… ‘Se un uomo non è disposto a correre qualche rischio per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla o è lui che non vale nulla'. Avanti, a testa alta", ha commentato su Facebook il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini.

Secondo la difesa di Salvini l'udienza di oggi "dimostra che sul banco degli imputati c'è una linea politica e non una condotta. De Falco infatti ha ricordato che Conte aveva indicato come linea politica del governo che i migranti dovevano sbarcare solo dopo la redistribuzione, dunque era condivisa e legittima l'attesa di qualche giorno".

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