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Open Arms dichiara lo stato di necessità: “Non è più possibile garantire sicurezza a bordo”

La polizia giudiziaria è stata inviata nella sede della Guardia costiera di Roma dal procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella, dopo che ieri ha aperto un’inchiesta per sequestro di persona e violenza privata. La stessa Guardia costiera chiede al Viminale di autorizzare lo sbarco, mentre dalla nave ritengono che la situazione a bordo sia una “bomba a orologeria”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo 16 giorni in mare non si sblocca ancora la situazione della Open Arms e dei 134 migranti a bordo da ormai due settimane, dopo essere stati salvati nel Mediterraneo. A chiedere lo sbarco immediato non è solo l’equipaggio dell’Ong spagnola, ma anche il Centro di ricerca e soccorso di Roma che scrive al Viminale e sostiene non ci sia alcun impedimento allo sbarco, motivo per cui si dovrebbe “procedere senza indugio”. La polizia giudiziaria è invece stata inviata nella sede della Guardia costiera di Roma dal procuratore aggiunto di Agrigento, Salvatore Vella. Una decisione presa dopo che ieri ha aperto un’inchiesta – per ora a carico di ignoti – in seguito agli esposti presentati dall’Open Arms: le ipotesi di reato sono quelle di sequestro di persona, violenza privata e abuso d’ufficio.

La procura di Agrigento sta raccogliendo tutti i materiali utili per capire poi come procedere. Tra i documenti acquisiti c’è anche la comunicazione del centro di ricerca e soccorso di Roma al Viminale: “Per quanto attiene questo Imrcc non vi sono impedimenti di sorta” allo sbarco. Il Comando generale della Guardia costiera ha quindi chiesto “con urgenza” di ricevere una risposta per lo sbarco dei migranti. La situazione a bordo della Open Arms, intanto, continua a essere critica. Il comandante Marc Reig e il suo equipaggio hanno controllato che tutto andasse bene durante la sedicesima notte in mare.

C’era il timore di incidenti o di episodi di autolesionismo e violenza. “La Open Arms è una bomba ad orologeria. Se non si interviene immediatamente la prima miccia la farà  esplodere", fa sapere Reig. E dall’imbarcazione comunicano ancora: “Il mondo è testimone di quello che hanno dovuto sopportare le 134 persone che attendono di scendere sul ponte della Open Arms. Solo la mancanza di volontà dei politici che hanno il potere di decidere li separa da un porto sicuro”.

Oggi si attende una possibile ispezione a bordo dell’imbarcazione che potrebbe essere disposta dalla procura di Agrigento dopo l’acquisizione di tutte le carte. Se non dovesse arrivare a breve l’autorizzazione allo sbarco – che dovrebbe essere data dal prefetto di Agrigento, Dario Caputo, su ordine del Viminale – la procura potrebbe agire diversamente. I pm potrebbero anche chiedere l’ispezione a bordo e forzare ulteriormente la mano procedendo con il sequestro della nave che porterebbe allo sbarco dei migranti. La procura, inoltre, ha acquisito gli atti della Guardia costiera.

Dichiarato stato di necessità: ‘Impossibile garantire sicurezza'

La situazione a bordo della Open Arms sembra precipitare e così lo staff dell'imbarcazione ha dichiarato "lo stato di necessità", facendo sapere che non è più possibile garantire la sicurezza delle 134 persone a bordo. "Dopo 16 giorni in attesa di un porto sicuro in cui sbarcare, sei evacuazioni mediche e dopo aver informato le autorità della nostra situazione, senza ottenere alcuna risposta, ci troviamo in una situazione di necessità e non possiamo più garantire la sicurezza delle 134 persone a bordo", comunica una portavoce della Ong. Intanto, però, Matteo Salvini continua il suo braccio di ferro: "In 16 giorni sareste già tranquillamente arrivati a casa vostra in Spagna. Quella delle Ong è una battaglia politica, non certo umanitaria, giocata sulla pelle degli immigrati.Vergogna. Io non mollo".

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