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Open Arms, ora la difesa di Salvini sostiene che la nave stava “bighellonando” e poteva andare in Spagna

La nave Ong Open Arms “ha scelto di bighellonare” invece di andare in Spagna per far sbarcare le 147 persone migranti soccorse che aveva a bordo. Questa è la linea difensiva di Matteo Salvini nel processo di Palermo, in cui oggi si è svolta l’arringa della difesa. L’avvocata Bongiorno ha chiesto l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”. La sentenza arriverà il 20 dicembre.
A cura di Luca Pons
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"Open Arms ha avuto innumerevoli possibilità di fare sbarcare i migranti ma ha opposto innumerevoli rifiuti. La nave ha scelto di bighellonare invece di recarsi nel suo stato di bandiera che era la Spagna". Questa frase dell'avvocata Giulia Bongiorno riassume una parte fondamentale della difesa del ministro Matteo Salvini, oggi in aula per una nuova udienza del processo Open Arms, giunto vicino al termine e in cui il leader della Lega rischia la condanna a sei anni di carcere. La richiesta della difesa, invece, è "l'assoluzione di Matteo Salvini perché il fatto non sussiste". La sentenza è attesa il 20 dicembre.

Per "bighellonare" si intende la scelta della nave di restare nei pressi delle acque italiane aspettando il via libera che avrebbe consentito di sbarcare nel porto sicuro più vicino. Cosa che però venne negata per quasi tre settimane: la situazione risolse solo con l'intervento dell'autorità giudiziaria. La legale ha poi attaccato la Ong e ha affermato che procedere secondo quella linea era una decisione dell'intero governo Conte, non solamente dell'allora ministro Salvini.

Le accuse alla nave: "Bighellonava invece di andare in Spagna"

Bongiorno, riferendosi alla nave che salvò 147 persone migranti e a cui poi venne impedito lo sbarco in Italia, ha detto: "Dobbiamo uscire dalla logica che è tutto un diritto. Una cosa è un diritto, un'altra è la pretesa. Esiste un diritto allo sbarco, non esiste il diritto di scegliere dove e come farli sbarcare e chi fare sbarcare". Insomma, la responsabilità sarebbe dell'equipaggio perché, dopo il primo rifiuto delle autorità italiane, non si sarebbe immediatamente diretta verso la Spagna, scegliendo invece di aspettare che l'Italia assegnasse un porto. Cosa successa solo circa venti giorni dopo, con l'intervento della procura di Agrigento.

"Open Arms aveva il dovere di andare in Spagna, Paese della nave", ha insistito Bongiorno. "Contestate al ministro Salvini il sequestro dal 14 al 20 agosto, ma tollerate che dall'1 al 14 agosto abbia ignorato le tantissime soluzioni", ha detto dall'aula bunker". Open Arms "in due giorni sarebbe arrivata in Spagna e non l'ha fatto".

La legale ha fatto sapere che depositerà una memoria di 296 pagine, per attestare che "dal 15 al 20 agosto Open Arms aveva tantissime soluzioni di far sbarcare, e non soltanto quelle di cui si è parlato finora". Durante l'arringa difensiva ha anche elencato i ‘rifiuti' della nave Ong: "Rifiuta Algeseiras perché troppo distante, le viene proposto di essere scortata da una motovedetta italiana ma rifiuta. Un altro porto, Palma di Maiorca, e lo rifiuta: i migranti potevano, purché andassero con un'altra barca, non Open".

"Open Arms festeggiava perché era caduto Salvini"

Poi, Bongiorno ha attaccato le motivazioni di Open Arms. Prima lo ha fatto suggerendo che avesse un interesse politico nella vicenda: "Il 20 agosto si sente Open Arms festeggiare. Ci si chiede se erano felici perché sono sbarcati i migranti a bordo. Invece no. Si sente una voce dire che erano felici perché ‘è caduto Salvini' e non per lo sbarco. Questo commento lo fa Oscar Camps", il fondatore della Ong. In seguito l'avvocata ha implicato che la nave avesse preso accordi con un altro soggetto per effettuare il primo soccorso in mare: "Una cosa è soccorrere e un'altra è prendere appuntamento. Una cosa è imbattersi e un'altra è concordare una consegna. Chi ha dato puntuali informazioni a Open Arms?".

Secondo la difesa quello di Open Arms non sarebbe stato un soccorso casuale, ma concordato. L'organizzazione spagnola "non si è imbattuta casualmente nel barcone coi migranti, né a indicare alla ong la barca coi profughi fu Alarm Phone. La verità è che ci fu una consegna concordata", ha detto "Open Arms stava dirigendosi a Lampedusa e invece improvvisamente cambia direzione e comincia a pendolare in attesa. Alle 8 si registra una accostata, un cambio repentino di rotta e alle 8.30 un cambio di velocità. Cosa è accaduto?".

Dopo aver contestato l'azione della Ong, l'avvocata è passata a sostenere che non fosse comunque Matteo Salvini l'unico responsabile delle decisioni. La linea del governo Conte, ha detto, era "prima redistribuire i migranti con i Paesi europei, poi farli sbarcare". "Ogni azione ha seguito questa linea. Già nel caso Diciotti Conte scrisse all'Europa che prima si redistribuisce, poi si fa sbarcare. L'indirizzo era questo".

La risposta della Ong

"Oggi la difesa ha fatto la sua ricostruzione. Quello che noi di Open Arms abbiamo sempre ribadito, e che è stato oggetto della requisitoria dei Pm nelle scorse udienze, è che a bordo dell’imbarcazione c’erano persone costrette in condizioni disumane". Lo ha dichiarato Oscar Camps al termine dell'udienza. "Persone vulnerabili, trattenute per 19 giorni nonostante la precarietà della loro situazione fisica e psicologica, oltre al fatto che già provenivano da un paese come la Libia dove avevano subito violenze e abusi". Open Arms ha voluto "costituirsi parte civile e affrontare quasi 30 udienze perché riteniamo che noi, come le persone a bordo, abbiamo subito un danno", ha concluso Camps.

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