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Open Arms, ok al processo a Salvini. L’ex ministro: “Non ho paura, vado avanti a testa alta”

Matteo Salvini commenta così il voto dell’aula del Senato per il caso Open Arms: “Sono orgoglioso di aver difeso l’Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita”.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Aula del Senato ha respinto la relazione della Giunta per le immunità, che chiedeva di negare l'autorizzazione a procedere nei confronti dell'ex-ministro dell'Interno e segretario della Lega, Matteo Salvini per il caso della ong spagnola Open Arms. Viene quindi autorizzata la richiesta a procedere in giudizio e Salvini dovrà affrontare un processo. I voti a favore della relazione della Giunta sono stati 141 e non hanno, quindi, raggiunto la quota necessaria, cioè la maggioranza assoluta pari a 160, perché il parere della Giunta, contrario all'autorizzazione, fosse confermato. Hanno bocciato invece la relazione della Giunta 149 senatori. Un senatore si è astenuto.

Il segretario della Lega Matteo Salvini ha commentato così il voto del Senato: "Contro di me festeggiano i Palamara, i vigliacchi, gli scafisti e chi ha preferito la poltrona alla dignità. Sono orgoglioso di aver difeso l'Italia: lo rifarei e lo rifarò, anche perché solo in questo luglio gli sbarchi sono sei volte quelli dello stesso periodo di un anno fa, con la Lega al governo. Vado avanti, a testa alta e con la coscienza pulita, guarderò tranquillo i miei figli negli occhi perché ho fatto il mio dovere con determinazione e buonsenso. Mi tengo stretto l'articolo 52 della Costituzione (‘la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino') e ricordo le parole di Luigi Einaudi: ‘Quando la politica entra nella giustizia, la giustizia esce dalla finestra'. Non ho paura, non mi farò intimidire e non mi faranno tacere: ricordo che per tutti i parlamentari, presto o tardi, arriverà il giudizio degli elettori".

I fatti contestati risalgono all'agosto 2019, quando il leader della Lega era a capo del Viminale, gli stessi giorni in cui ci fu lo strappo tra Lega e M5S e si aprì la crisi di governo. Salvini deve rispondere di "sequestro di persona plurimo aggravato e rifiuto di atti d'ufficio", per aver trattenuto a bordo della nave umanitaria oltre 150 persone (tra cui c'erano anche minori) per 19 giorni, prima di concedere l'ok allo sbarco.

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