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Open Arms, Matteo Salvini è stato rinviato a giudizio

Matteo Salvini è stato rinviato a giudizio per il caso Open Arms. “Sono convinto di aver fatto il mio dovere di ministro dell’Interno, difendendo la sicurezza e la dignità dell’Italia, nel rispetto della legge”, aveva commentato il leader della Lega, arrivando a Palermo. Il processo avrà inizio il prossimo 15 settembre.
A cura di Annalisa Girardi
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Il giudice all'udienza preliminare di Palermo, Lorenzo Jannelli, ha deciso di rinviare a giudizio Matteo Salvini per il caso Open Arms, accogliendo quindi la richiesta della procura di Palermo. Il processo avrà inizio il prossimo 15 settembre. "Rinviato a giudizio. "La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino". Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l'Italia, sempre", ha commentato sui suoi profili social.

Questa mattina, nell'aula bunker del carcere Ucciardone del capoluogo siciliano, è toccato alla difesa e all'arringa dell'avvocato Giulia Bongiorno che già ieri aveva depositato una memoria difensiva di oltre 110 pagine. In aula era presente anche il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, che appena qualche giorno fa era stato ricevuto dal segretario del Pd Enrico Letta, scatenando le polemiche tra le forze politiche.

La vicenda Open Arms

Il caso è quello della Ong spagnola Open Arms: l'accusa di sequestro di persona e rifiuto di atti d'ufficio era arrivata dopo che, mentre ricopriva la carica di ministro dell'Interno, aveva bloccato in mare per ben sei giorni 147 migranti soccorsi dalla nave umanitaria nell'agosto del 2019. "Io dico solo una cosa, al di là della difesa legale: ho solo svolto il mio mestiere, non ne ho tratto vantaggi personali. Anzi. Poi, si può dire che ho sbagliato, ma votare, come hanno fatto Pd e grillini, per mandarmi a processo è ingiusto", aveva detto ieri Salvini in una diretta sui suoi canali social. Aggiungendo: "Sono convinto di aver fatto il mio dovere di ministro dell’Interno, difendendo la sicurezza e la dignità dell’Italia, nel rispetto della legge".

"Salvini rinviato a giudizio con l’accusa di sequestro di persona e rifiuto atti d’ufficio. Felici per tutte le persone che abbiamo tratto in salvo durante la Missione65 e in tutti questi anni. La verità del Med è una, siamo in mare per raccontarla", ha commentato invece l'Ong.

La difesa di Salvini

E oggi, pubblicando una foto che lo ritrae insieme alla sua legale, ha aggiunto: "Buon sabato da Palermo, Amici. Con Giulia Bongiorno, pronto all’udienza in tribunale, accusato di “sequestro di persona”. Grazie per tutti i messaggi che mi avete inviato, la vostra vicinanza vuol dire molto, vi voglio bene".

"Qui l'imputato è solo Salvini, lui risponde di sequestro di persona, anche se la nave ha bighellonato per giorni. C’è una visione salvinocentrica. In questo processo c’è un errore basilare, è come valutare questo processo guardando dal buco della serratura: non si riesce a ricostruire il complesso", avrebbe commentato Bongiorno al termine dell'udienza. Tra le pagine della memoria depositata ieri invece si legge: "L'Italia non è mai stata competente secondo il diritto internazionale per l'indicazione del Pos (porto sicuro, ndr) in quanto, anche a voler escludere la possibilità di una competenza libica, lo Stato responsabile per il rilascio del Pos era la Spagna, quale Stato di bandiera della nave Open Arms, e, limitatamente al terzo episodio, Malta".

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