Open Arms, medici: “Migranti fanno i bisogni dove mangiano”. Viminale: “Da Ue nessun passo formale”
AGGIORNAMENTO: La situazione sulla nave umanitaria della ong catalana Proactiva Open Arms, ormai da 15 giorni in mare con più di 130 persone a bordo, peggiora di ora in ora. L'imbarcazione si trova in stallo a Lampedusa, dopo che il Tar ha annullato il primo stop emanato dal Viminale, e dopo che il secondo divieto di ingresso nelle acque territoriali italiane non è stato controfirmato dai ministri Trenta e Toninelli.
Dal Viminale intanto sottolineano che al momento "nessun paese europeo" ha fatto "passi formali" per accogliere i migranti. Ieri il presidente del Consiglio Conte aveva detto che 6 paesi – Francia, Germania, Romania, Portogallo, Spagna e Lussemburgo – avevano annunciato di essere disponibili ad accogliere i profughi. L'Italia, aggiunge il Viminale "sta ancora aspettando che altri Stati mantengano la parola data".
"Chiediamo che sia immediatamente autorizzato lo sbarco a Lampedusa prima che si aggiungano altre tragedie a quelle già vissute", hanno detto in una nota Oscar Camps, fondatore di Open Arms, e Gino Strada, fondatore di Emergency. I due descrivono una situazione "drammatica. Donne, uomini e bambini vivono costretti in spazi ristretti nella paura e nell'incertezza di quello che succederà. Sono persone che hanno vissuto l'orrore dei campi di detenzione in Libia: torture, stupri, lavori forzati. Hanno già sopportato enormi sofferenze, non possiamo aggiungerne altre". Secondo quanto riportano, negli ultimi giorni si sono registrati anche atti di autolesionismo e minacce di suicidio "che rendono ingestibile la situazione e mettono in pericolo imminente di vita le persone a bordo".
Lo staff dei medici del Corpo italiano di soccorso dell'Ordine di Malta (Cisom) ha stilato una relazione per dare conto della situazione sulla nave. I medici hanno parlato di "spazi non idonei a ospitare un così ingente numero di persone. I naufraghi vivono ammassati gli uni sugli altri, non c'è possibilità di deambulare, sono presenti solo due bagni chimici e spesso i naufraghi sono costretti a espletare i loro bisogni fisiologici nello stesso spazio in cui dormono e mangiano", hanno scritto nel documento, diffuso dall'Ansa e firmato dal medico Katia Valeria Di Natale e dall'infermiere Daniele Maestrini del Cisom. E ancora: "Non ci sono docce o lavabi, non c'è possibilità di provvedere all'igiene personale e degli indumenti, né di lavarsi se non con acqua di mare". Il medico e l'infermiere hanno espresso preoccupazione anche per lo stato psicologico dei naufraghi: "Rileviamo condizioni di salute mentale precarie, lo stato d'animo a bordo è di profondo sconforto".
Ma il responsabile del Poliambulatorio di Lampedusa, Francesco Cascio (già presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana), ha descritto uno scenario meno allarmante, avanzando dubbi sulla relazione Cisom: "C'è qualcosa che non funziona – ha affermato Cascio – perché tra i 13 migranti fatti sbarcare dalla Open Arms per motivi sanitari solo uno aveva una otite, mentre gli altri stavano bene, come abbiamo accertato in banchina. Infatti, sono stati tutti condotti nell'hotspot. Eppure dalla relazione dello staff Cisom risulta che a bordo ci sarebbero persone con diverse patologie, tra cui 20 casi di scabbia".
Procura indaga per sequestro di persona
La Procura di Agrigento ha aperto una indagine contro ignoti ipotizzando il reato di sequestro di persona. Il fascicolo è stato aperto alla luce di un esposto presentato dai legali della ong spagnola e dai giuristi democratici.