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Open Arms, Faraone (Iv): “Salvini è già da condannare politicamente e moralmente, non serve sentenza”

“Chi minacciava i confini? Dei poveri cristi sfiniti e massacrati da un viaggio infinito? Chi? Le donne? I bambini?”. Così Davide Faraone, capogruppo di Italia viva, ha commentato a Fanpage.it il capo Open Arms e la difesa di Matteo Salvini. “È chiaro che usi questa vicenda per crescere nei sondaggi”, ha detto, ma “il profilo giudiziario in questa vicenda per me è addirittura secondario, Salvini è da condannare politicamente e moralmente”.
A cura di Luca Pons
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Il processo Open Arms, in cui la procura di Palermo ha chiesto per Matteo Salvini una condanna a sei anni di carcere, ha causato una levata di scudi nel centrodestra. Il ministro dei Trasporti – all'epoca ministro dell'Interno – si è difeso attaccando la sinistra e la magistratura, sia in un video per i social, sia con un'integrazione di una decina di pagine al suo nuovo libro. Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera e da tempo attivo sul tema delle migrazioni, ha risposto alle domande di Fanpage.it sulla vicenda. Faraone ha condannato l'uso politico del processo, anche perché "Salvini è da condannare politicamente e moralmente, non serve una sentenza che lo attesti".

Onorevole, nel 2020 – dopo che il Senato votò per mandare il ministro Salvini a processo sul caso Open Arms – lei disse a Fanpage "personalmente non credo che sarà condannato, giudiziariamente". Lo pensa ancora?

Io auguro a Salvini di non finire in galera e che nessuno butti la chiave, la penso diversamente da lui che ha augurato a tanti il contrario, anche a chi poi è risultato innocente. Il profilo giudiziario in questa vicenda per me è addirittura secondario, Salvini è da condannare politicamente e moralmente, non serve una sentenza che lo attesti.

Il centrodestra ha parlato in questi giorni di "processo politico". Sbagliano?

Semmai è il centrodestra che vuole trarre vantaggio politico da questo processo. Lo dimostra la canea scatenata solo per la requisitoria del pm, non c’è stato nemmeno un grado di giudizio e Salvini ha tutti gli strumenti per difendersi, ha pure uno dei più bravi avvocati in Italia. Naturalmente un processo quando è coinvolto un politico ha sempre risvolti politici, stiamo parlando di un processo ad un vicepremier, non ad un passante.

Il ministro Salvini ha risposto con un video diffuso sui social dicendo che rischia di andare in carcere perché "la sinistra ha deciso che difendere i confini italiani è un reato", citando anche la Costituzione. È inopportuno?

Ma può veramente pensare che gli italiani siano così imbecilli da credere che in quei giorni ci fossero i confini minacciati? Chi minacciava i confini? Dei poveri cristi sfiniti e massacrati da un viaggio infinito? Chi? Le donne? I bambini? I confini sono minacciati da Putin con i carri armati in Crimea, quella era una minaccia di un confine, e in quel caso ce le ricordiamo le parole di Salvini che reputò legittima quell’invasione.

Anche la presidente del Consiglio ha preso pubblicamente posizione, parlando di "precedente gravissimo". Il governo cerca di mettere pressione sui giudici?

Il governo sta facendo un uso politico della vicenda, è chiaro anche ai bambini. Le reazioni violente alla requisitoria sul tema immigrazione fanno il paio con i decreti Sicurezza che ormai fanno arrestare tutti, con l’Albania, con Orban. È un tema su cui fanno molta propaganda ma non risolvono proprio nulla, anzi.

Nel testo da aggiungere al suo libro Salvini attacca non solo la magistratura (citando Palamara e Apostolico), ma anche le Ong, parlando persino di Carola Rackete. Lei era sulla nave Sea Watch 3, quando scoppiò il caso della capitana tedesca che poi si è chiuso con un’archiviazione. Salvini tira fuori la vicenda a anni di distanza perché fatica a difendersi nel merito?

È chiaro che Salvini usi questa vicenda per crescere nei sondaggi. Non vi fa riflettere che dopo la requisitoria avesse già pronto il libro e il video spot con lo sfondo nero? Si sono preparati per tempo, c’è un regia propagandistica, ma io che ho visto coi miei occhi le condizioni dei migranti sulla Sea Watch vi assicuro che è lui il carnefice.

Il caso Open Arms è legato al governo Conte I e alle sue politiche migratorie. Come è cambiata la situazione da allora? E come giudica la linea del governo Meloni, rispetto a quegli anni?

Si continua a gestire come emergenza una storia che esiste da quando è nato il mondo. Le migrazioni ci sono sempre state e sempre ci saranno. Dobbiamo da un lato contrastare l’immigrazione irregolare, la clandestinità, quelle portano la delinquenza e la legge Bossi-Fini su questo ha un’enorme responsabilità. Dall’altro lato organizzare un flusso regolare e legalizzato e favorire l’integrazione che oltre a garantire solidarietà, porta beneficio ad un continente che è in grave crisi demografica. Mi sembra che il governo Meloni sia completamente fuori giri.

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