Open Arms, cosa succede ora che la Procura ha chiesto 6 anni di carcere per Matteo Salvini
Ieri la Procura di Palermo ha formalizzato la sua richiesta di condanna per Matteo Salvini sul caso Open Arms. Sei anni di carcere quelli chiesti dal pm per il vicepremier, che ora dovrà rispondere dell'accusa di sequestro di persona e rifiuto d'atti d'ufficio per aver impedito, nell'agosto del 2019 (quando era ministro dell'Interno), lo sbarco dei 147 migranti a bordo della nave dell'ong spagnola Open Arms.
Nonostante la procuratrice aggiunta Marzia Sabella abbia ribadito che "tra i diritti umani e la protezione della sovranità dello Stato" i primi "devono prevalere" sui secondi, il leader della Lega continua a mantenere la linea secondo cui avrebbe difeso i confini nazionali tramite il suo operato.
Dopo una lunga requisitoria in cui il pm Calogero Ferrara ha spiegato i motivi per cui chiede la condanna dell'allora ministro dell'Interno, è arrivata la richiesta di sei anni di carcere che ha scatenato la reazione della maggioranza. Da Giorgia Meloni a Antonio Tajani, i colleghi di governo hanno espresso la loro solidarietà nei confronti del leader della Lega che nelle prossime settimane affronterà il processo.
Dopo la requisitoria dell'accusa infatti, sarà il turno delle parti civili e della difesa, rappresentata dall'avvocata del ministro e senatrice Giulia Bongiorno. Il 18 ottobre, la legale terrà la propria arringa difensiva, in cui esporrà verosimilmente le argomentazioni a sostegno dell'innocenza di Salvini.
Al termine dell'udienza, dopo che si saranno concluse le discussioni, spetterà ai giudici pronunciarsi. La sentenza che assolverà o condannerà il ministro dovrebbe arrivare entro la fine del prossimo mese. Da quel momento in poi si apriranno due strade a seconda dell'esito: se condannato, Salvini potrà decidere di impugnare la sentenza e fare ricorso in appello; se assolto, sarà la Procura a decidere di rivolgersi al giudice di secondo grado.
In attesa dei prossimi cruciali passaggi, secondo alcuni retroscena, nel Carroccio sarebbe scattata l'offensiva. Con volantini e slogan, il partito starebbe lavorando alla mobilitazione per difendere il leader e protestare contro i "processi politici". Addirittura, alcuni quotidiani riferiscono che per il giorno in cui è prevista l'udienza della difesa, il 18 ottobre, Salvini avrebbe convocato tutti i suoi parlamentari davanti al Tribunale, a sostegno del ministro.
In via Bellerio però, si sarebbe cominciato a ragionare anche su un dopo Salvini. Il processo infatti, sarà un'occasione per testare la leadership del segretario e il suo consenso, mentre dal partito si attendono novità sul Congresso nazionale. Secondo alcune indiscrezioni, Salvini avrebbe assicurato che tornerà "a chiedere il mandato per consolidare il partito e riportare tutti voi e anche altri in Parlamento. Poi, però, nel 2027 sceglierete qualcuno dei tanti giovani in gamba che tra di noi ci sono. Perché io comincio a essere stanco", avrebbe detto. Naturalmente si tratta di voci non confermate, ma in autunno, tra il raduno a Pontida e la campagna per le elezioni Regionali, il quadro si farà più chiaro.