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Onorevoli col doppio (ma anche triplo) incarico: l’inchiesta sull’anomalia tutta italiana

L’Espresso e Openpolis realizzano la “mappa” dei doppi incarichi di Deputati e Senatori: uno spaccato estremamente eloquente della politica italiana. Insomma, “Onorevoli a tutti i costi”.
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Camera-deputati

Ancora una volta è l'osservatorio dell'associazione Openpolis a fornirci un interessante spunto di discussione sullo "stato della politica italiana". Si tratta della mappa, elaborata in collaborazione con L'Espresso, dei "doppi incarichi", ovvero l'elenco dei parlamentari italiani che "possono vantare nel proprio curriculum un seggio a Roma o a Strasburgo e, contemporaneamente, una fascia tricolore, un assessorato o un ruolo di consigliere in qualche comune e provincia d'Italia". Una lista dalla quale emerge un interessante spaccato della politica italiana, tra doppi, tripli e quadrupli incarichi, conflitti di competenze e situazioni al limite del paradossale.

Si comincia con i parlamentari – Sindaci, lista nella quale compaiono personaggi del calibro di Luigi De Magistris (che ha dichiarato di aspettare il decadimento formale da europarlamentare), Michele Traversa (appena eletto a Catanzaro), Marco Zacchera e Remigio Ceroni (salito agli onori della cronaca per aver proposto nientemeno che la modifica dell'articolo 1 della Costituzione), mentre Piero Fassino dopo 5 legislature ha annunciato le sue dimissioni dal Parlamento. Tra i Presidenti (e vice) di Provincia, la parte da leone la fanno i politici di centrodestra, come i campani Cesaro, Sibilia e Cirielli (tutti del Popolo della Libertà) o i lombardi Pirovano e Molgora, mentre i cittadini di Monza possono vantarsi addirittura di avere addirittura un Ministro (Paolo Romani) come assessore comunale. Lunghissimo anche l'elenco di consiglieri comunali e provinciali, con alcuni clamorosi casi di quadruplo incarico (l'elenco completo qui) che, come sottolineato da qualche analista, fanno gridare allo scandalo solo nel "breve arco temporale di una campagna elettorale".

Ecco, perchè il punto non è tanto (o meglio non solo) la sostenibilità di incarichi diversi e (sulla carta) estremamente importanti e dispendiosi, anche se qualche dubbio sarebbe lecito sulla capacità di adempiere con correttezza, impegno e continuità a compiti tanto diversi e tuttosommato complessi. Ed alla fine, non si tratta neanche tanto (benchè ciò rappresenti un aspetto della questione da non sottovalutare) di analizzare i guadagni, gli sprechi e i privilegi di una casta conservatrice e spesso autoreferenziale e trasversalmente solidale. Il punto è quanto la classe dirigente del nostro Paese sia consapevole della "responsabilità" che comporta l'ottenimento di un incarico politico, di un mandato dei cittadini, di una delega da parte di una comunità. Di quanto cioè i nostri politici si rendano conto che il loro "essere rappresentanti al servizio dei cittadini" sia un privilegio assoluto che richiede abnegazione, impegno, trasparenza e dedizione. Ed in effetti, come sottolineato da più parti, il nostro sembra ancora essere il Paese in cui una simile considerazione non sembra poi così banale, scontata ed unanimemente accettata…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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