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Ong migranti, cardinale Zuppi: “Chi salva vite va sostenuto, dal Mediterraneo un bollettino di guerra”

Aprendo il festival ‘A bordo’ di Mediterranea Saving Humans, il cardinale Zuppi (presidente Cei) ha parlato delle Ong che operano soccorso in mare. “Sconfortante il bollettino di guerra del Mediterraneo”, ha detto. “Bisogna far conoscere la sofferenza di chi non riesce ad attraversare il mare”.
A cura di Luca Pons
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"Tutto ciò che viene fatto per salvare la vita non può non trovare il sostegno di chi ama la vita, chi crede che l'umanità è l'attenzione al prossimo". Lo ha detto il cardinale Zuppi, presidente della Comunità episcopale italiana, intervenendo al festival ‘A bordo', organizzato dalla Ong italiana Mediterranea Saving Humans. La rassegna, che si svolge dal 7 al 10 settembre a Roma, raccoglie numerosi interventi – da parte di esperti di migrazioni, personalità politiche, giornalisti, Ong – ma anche laboratori, workshop ed eventi musicali. L'intervento di Zuppi ha segnato l'apertura del festival.

Il cardinale ha iniziato facendo una distinzione: "L'umanitario non è il buonismo, e questo non deve essere messo in discussione", ha detto, per poi spiegare: "Il buonismo è l'esatto contrario, è un modo di pensare di risolvere i problemi senza risolverli. Qualcosa che serve più a noi che a chi è in difficoltà. Qualche volta viene usato come caricatura dell'umanitario ma non c'entra niente. L'umanitario pone i problemi, e tocca alla politica, ai responsabili risolverli. Ma nell'umanitario non c'è accondiscendenza, pressappochismo, o addirittura – si dice – complicità".

Un messaggio chiaro, in un periodo in cui la stretta sulle attività delle Ong è ripresa e diverse navi sono bloccate in porto per aver violato il decreto del governo Meloni sul tema: "Dire che l'umanitario è questo è pericolosissimo per l'umanità, per tutti. È come se il samaritano della parabola venisse sospettato di complicità con i banditi, si dicesse che lo fa perché si sono messi d'accordo, o perché sta curando un suo interesse".

Zuppi ha poi insistito sull'importanza di continuare a parlare delle persone che tentano di attraversare il Mediterraneo, delle situazioni che affrontano nei Paesi di partenza e delle vittime della traversata: "Se c'è una cosa che dobbiamo combattere è il non conoscere: bisogna far conoscere la sofferenza di chi – pensiamo in maniera ipocrita – non ci riguarda perché non arriva. Spesso non si sente il grido di chi cerca qualcuno che lo sollevi dalla morte".

Da gennaio a luglio 2023, oltre duemila persone sono morte in mare: "È lo sconfortante bollettino di guerra del Mediterraneo, che papa Francesco tante volte ha chiamato un grande cimitero. E qui si parla solo di quelli che veniamo a conoscere. Per questo, tutto ciò che viene fatto per salvare la vita non può non trovare il sostegno di chi ama la vita, chi crede che l'umanità è l'attenzione al prossimo. Non si può morire di speranza, lo ribadisco, e per non farlo bisogna dare legalità. Si vince l'illegalità garantendo la legalità".

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