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Ong in porto a Catania: “Ostaggi di politiche disumane, non ce ne andiamo finché non sbarcano tutti”

Anche la Geo Barents è arrivata al porto di Catania, dove rimane attraccata la Humanity 1 con a bordo le persone che non sono state fatte sbarcare. Le Ong hanno messo in chiaro che non se ne andranno finché tutte le persone non saranno state fatte scendere.
A cura di Annalisa Girardi
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Richiedente asilo a bordo della Geo Barents, 2021
Richiedente asilo a bordo della Geo Barents, 2021
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La nave umanitaria Geo Barents, di Medici Senza Frontiere, è arrivata al porto di Catania, dove era stata chiamata dalle stesse autorità italiane per "valutare casi di vulnerabilità a bordo". Per le autorità italiane le operazioni di sbarco sono concluse ma dei 572 migranti salvati in mare sono state fatte sbarcare solo 357 persone, restano a bordo 215.

Dalla Ong fanno sapere: "Msf ribadisce che un'operazione di soccorso si può considerare terminata solamente una volta che tutti i sopravvissuti sono stati fatti sbarcare in un luogo sicuro. Lo sbarco selettivo e parziale, come quello proposto dalle autorità italiane, non è da considerarsi legale secondo le convenzioni di diritto marittimo".

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Juan Matias Gil, capo missione di Msf, ha commentato: "Dopo aver rischiato la vita in mare per fuggire dalla Libia, le 572 persone a bordo sono rimaste ostaggio di scelte politiche disumane per più di 10 giorni a bordo di una nave, invece di vedersi riconosciuto il diritto a sbarcare in un porto sicuro. Dopo tutto ciò, queste persone devono oggi anche assistere al cinico spettacolo della politica che gioca con le loro vite. Tutti coloro a bordo della Geo Barents devono poter sbarcare immediatamente, per ricevere assistenza e veder riconosciuto il loro diritto a chiedere protezione".

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La Humanity 1 resta in porto: "Non ce ne andremo finché non saranno tutti sbarcati"

Nel porto rimane anche la Humanity 1, arrivata ieri sera e bloccata con 35 persone a bordo, che le autorità non hanno fatto sbarcare. "È mio dovere completare il salvataggio delle persone in pericolo, facendole sbarcare tutte al porto di Catania come luogo sicuro. Non posso lasciare il porto finché tutti i sopravvissuti salvati dall'emergenza in mare non siano sbarcati", ha fatto sapere il capitano della Humanity 1. "Proprio come le persone già sbarcate, i sopravvissuti rimasti a bordo dell'Humanity 1 sono in condizioni di emergenza: sono fuggiti in condizioni disumane dalla Libia e da allora hanno dovuto sopportare più di due settimane in mare".

E ancora: "Durante la breve visita medica di ieri sera, quando i 35 sopravvissuti sono stati considerati sani dalle autorità italiane, non era presente né un traduttore per valutarne le condizioni psicofisiche, e quindi non c'è stata una valutazione psicologica. Inoltre i 35 sopravvissuti hanno diritto a richiedere asilo e ad una procedura formale di asilo, che può essere svolta solo a terra. Respingere le 35 persone a bordo di Humanity 1 in cerca di protezione dalle acque territoriali è una forma di respingimento collettivo e quindi illegale".

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Salvini, Piantedosi e Crosetto firmano il divieto di restare in acque italiane alle navi delle Ong

Come accaduto per la Humanity 1, quindi, le autorità italiane permetteranno di sbarcare solo a persone fragili, donne e minori. Ma non lasceranno scendere gli uomini in salute e chiederanno alla nave umanitaria di lasciare le acque territoriali italiane con i profughi rimasti a bordo una volta concluse le operazioni. I ministri Matteo Salvini (Infrastrutture), Matteo Piantedosi (Interno) e Guido Crosetto (Difesa) hanno infatti firmato anche per la nave umanitaria di Msf il divieto "di sostare nelle acque territoriali nazionali oltre il termine necessario ad assicurare le operazioni di soccorso e assistenza nei confronti delle persone che versino in condizioni emergenziali e in precarie condizioni di salute segnalate dalle competenti autorità nazionali".

Lo hanno fatto sapere fonti vicine a Salvini, che hanno anche precisato: "A tutte le persone che restano sulla imbarcazione sarà comunque assicurata l'assistenza occorrente per l'uscita dalle acque territoriali". Nei giorni scorsi, dopo che Piantedosi aveva annunciato la nuova strategia del Viminale e comunicato che alla Humanity 1 sarebbe stato concesso restare nel porto di Catania solo per il tempo necessario alle operazioni di assistenza, il leader della Lega aveva commentato, in un video pubblicato sui social "Finalmente si tornano a difendere i confini e le leggi del nostro Paese. Come sempre garantiremo soccorso e assistenza, ma vietiamo la sosta nelle acque territoriali italiane per le Ong straniere".

L'appello di Soumahoro al presidente Mattarella

Intanto il deputato Aboubakar Soumahoro, che questa mattina era salito a bordo della Humanity 1 per protestare contro il governo, accusandolo di respingimenti illegali e disumani, ha chiesto l'intervento del capo dello Stato Sergio Mattarella: "Lanciamo un appello al presidente della Repubblica in quanto garante della nostra Costituzione: non si può permettere in un contesto democratico che la Carta costituzionale sia utilizzata come un campo da ping pong. Noi non lo consentiremo, mai".

E ancora: "Siamo di fronte alla caccia alle streghe, gli ebrei ne sanno molto e i neri ne sanno ancora molto, ma soprattutto lo sa molto bene oggi chi vive processi di discriminazione. Si è deciso di non parlare di bollette, disoccupazione e Mezzogiorno, ma si è deciso di utilizzare l'arma della distrazione di massa utilizzando i corpi degli esseri umani".

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