Omofobia, Vaticano vuole bloccare il ddl Zan: “A rischio la libertà di pensiero dei cattolici”
Il Vaticano vuole bloccare la legge Zan. La Santa Sede ha chiesto formalmente al governo italiano di modificare il ddl Zan, il disegno di legge contro l'omotransfobia ora in commissione Giustizia del Senato (il testo è già stato approvato alla Camera lo scorso 4 novembre). Come riporta il Corriere della Sera, secondo il Vaticano il testo della legge "violerebbe in alcuni contenuti l'accordo di revisione del Concordato".
A presentare la nota verbale all'ambasciata italiana, scrive il quotidiano, è stato il monsignor Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, il quale lo scorso 17 giugno si sarebbe recato all’ambasciata italiana presso la Santa Sede e avrebbe consegnato nelle mani del primo consigliere una comunicazione formale preparata in terza persona e non firmata. Dal documento emergono le perplessità della Santa Sede: "Alcuni contenuti attuali della proposta legislativa in esame presso il Senato — recita il testo — riducono la libertà garantita alla Chiesa Cattolica dall’articolo 2, commi 1 e 3 dell’accordo di revisione del Concordato".
I punti contestati dell'accordo rivisto nel 1984, sono quelli che assicurano alla Chiesa "libertà di organizzazione, di pubblico esercizio di culto, di esercizio del magistero e del ministero episcopale"; e alla comunità di cattolici garantiscono "la piena libertà di riunione e di manifestazione del pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione".
Tra le questioni sollevate c'è il fatto che le scuole cattoliche non sarebbero esentate dall'organizzazione della futura Giornata nazionale contro l'omofobia. Per il Vaticano in sostanza sarebbe messa a rischio la "libertà di pensiero" dei cattolici e con possibili conseguenze giudiziarie per chi esprime le proprie idee. "Chiediamo che siano accolte le nostre preoccupazioni", scrive la Santa Sede al governo italiano.
Si tratta di un atto senza precedenti: è infatti la prima volta che la Chiesa interviene durante l'iter di approvazione di una legge, esercitando le facoltà previste nei Patti Lateranensi, sottoscritti tra il Regno d'Italia e la Santa Sede l'11 febbraio 1929. La nota sarebbe arrivata nelle mani del ministro Luigi Di Maio, e sarà portata all’attenzione del presidente del Consiglio Mario Draghi e del Parlamento.
La Cei è già intervenuta contro il ddl Zan in passato: "Un esame obiettivo delle disposizioni a tutela della persona, contenute nell'ordinamento giuridico del nostro Paese, fa concludere che esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprimere ogni comportamento violento o persecutorio", diceva la Conferenza episcopale italiana nel giugno 2020. E ancora i Vescovi italiani erano intervenuti in occasione della calendarizzazione del ddl: "Una legge che intende combattere la discriminazione non può e non deve perseguire l’obiettivo con l’intolleranza, mettendo in questione la realtà della differenza tra uomo e donna".
"La posizione di Forza Italia è contro la legge Zan, ma non siamo una caserma e ci sarà qualcuno che può pensarla in maniera diversa. Ma la legge Zan limita gli spazi di libertà invece di farli crescere. Nel contenuto della proposta di legge ci sono posizioni che finiscono per limitare la libertà di opinione e di espressione. Riguardo la mossa del Vaticano, c'è un Concordato, loro chiedono il rispetto del Concordato, vedremo la risposta del Governo", ha commentato il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani, intervenuto a Radio 24.
"Siamo sempre stati favorevoli a norme molto, molto forti contro la omotransfobia e rimaniamo favorevoli a queste norme", dice il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, intervenendo a Radio anch'io su Rai Radio1. "Siamo favorevoli al Dl Zan, ma siamo stati sempre aperti in Parlamento al confronto e quindi guarderemo con il massimo spirito di apertura ai nodi giuridici".