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Omicron, ipotesi doppio tampone e quarantena per chi arriva da Paesi con focolai della variante

Il governo valuta nuove misure per contenere la diffusione della variante Omicron: un’ipotesi è quella di introdurre l’obbligo di doppio tampone e la quarantena dai Paesi in cui ci sono focolai.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo il primo caso in Italia della nuova variante del SARS-CoV-2, ribattezzata Omicron, il governo valuta nuove misure, oltre a quelle già diramate dal ministero della Salute, che ha vietato l'ingresso da 8 Paesi dell'Africa meridionale, simili a quelle stabilite in altri Paesi. Oltre ai controlli rafforzati negli aeroporti e alle quarantene già previste per chi risulta positivo alla variante Delta, l'esecutivo potrebbe introdurre nuove misure restrittive.

Ne parla il sottosegretario alla Salute Sileri, che in un'intervista al La Stampa spiega che nelle prossime 24-48 ore, il governo valuterà una strategia di contenimento a livello europeo. Perché casi di Omicron sono stati già individuati in altri Stati, come Belgio, Germania, Gran Bretagna e Repubblica Ceca. "Fino a quando la presenza dell'Omicron era confinata a quelle regioni africane, la scelta giusta era bloccare i voli da quei Paesi. Ora invece servono decisioni comunitarie per nuove restrizioni", ha spiegato il sottosegretario.

Un'ipotesi allo studio è quella di imporre il doppio tampone all'ingresso, e la quarantena, da quei Paesi in cui sono scoppiati dei focolai di Omicron, "non casi singoli", precisa Sileri.

Ma soprattutto, e questa è una problematica che andrà affrontata nelle prossime settimane, bisognerà capire se i tamponi antigenici saranno in grado di ‘leggere' la nuova variante: "Sappiamo che l'Omicron viene riconosciuta dai tamponi molecolari, ma non siamo ancora certi che gli antigenici abbiano la stessa efficacia". La questione è che come sappiamo in Italia i test antigenici sono più diffusi, perché i laboratori che possono effettuare i molecolari sono molti di meno. Non poter contare su un test rapido sarebbe sicuramente un problema anche per il tracciamento, perché per avere un risultato del molecolare bisogna attendere di più. Al momento peraltro la normativa prevede che il molecolare abbia una validità di 72 ore, il test rapido di 48. In fase di scrittura del decreto sul Super Green pass il governo aveva anche valutato la possibilità di ridurre queste durate, e portarle a 48 e 24. Alla fine si è scelto per il principio di massima precauzione di mantenere lo status quo, ma se l'Omicron non fosse rilevabile dal test rapido ci sarebbe sicuramente un problema di organizzazione per l'utilizzo del Green pass, soprattutto di quello base, che viene usato sui mezzi di trasporto a lungo percorrenza e soprattutto per i luoghi di lavoro. Come farebbero i lavoratori, che non sono vaccinati e che non hanno intenzioni di farlo, a fare un tampone molecolare ogni 72 ore, se non ci sono i laboratori a disposizione? È evidente che qualcosa dovrebbe cambiare.

Nuove misure prima di Natale?

Per il momento Sileri dice che le misure prese con l'ultimo decreto saranno sufficienti per il Natale, ma probabilmente è ancora presto per dirlo. Però il sottosegretario spiega che a causa dell'Omicron mascherine e distanziamento potrebbero durare più a lungo, e non potrebbero essere eliminate gradualmente: "È ovvio che sia così. La cosa importante adesso è non fare passi indietro. Se però l'Omicron non elude i vaccini, quel percorso proseguirà come previsto, serviranno solo più vaccinati".

Al momento nessun ulteriore obbligo vaccinale in vista. Dopo le nuove misure appena varate, con l'obbligo vaccinale esteso a mondo della scuola, militari e forze dell'ordine, e a tutto il personale che gravita attorno alle strutture sanitarie, il governo non pensa ad allargarlo ancora, perché "il Super Green pass ha provocato un modesto aumento delle prime dosi e adesso arriverà anche il vaccino per i bambini dai 5 ai 12 anni che aiuterà ad aumentare la copertura".

La terza dose va comunque fatta, dice Sileri: "L'errore più grave sarebbe aspettare gli ipotetici vaccino per l'Omicron, perché la variante che ora circola è la Delta plus. Senza terza dose, in piena quarta ondata, rischieremmo di essere travolti dalla Delta, prima ancora che dall'Omicron".

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