Omicidio Regeni, Luigi Di Maio: “Al-Sisi ha detto che Giulio è uno di loro, arriveremo alla verità”
In visita ufficiale a Il Cairo, il vicepremier Luigi Di Maio ha dichiarato di aver affrontato il caso dell'omicidio del ricercatore Giulio Regeni con il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. "Il caso di Giulio Regeni è stato il primo argomento affrontato nel corso dell'incontro. Ci aspettiamo una svolta dall'incontro che ci sarà a breve tra le procure e sia al-Sisi che i membri del governo convengono sul fatto che la verità vada accertata", ha spiegato Di Maio a margine dell'incontro.
"Auspico che entro la fine dell'anno si possa arrivare a una svolta e che il prima possibile ci possa essere l'incontro tra le autorità giudiziarie, si deve accelerare per arrivare alla verità. Al-Sisi nel corso del vertice ha detto che Giulio Regeni è uno di noi", ha proseguito il vicepremier. "Il presidente egiziano si è detto fiducioso di arrivare a risultati finali nell'indagine sulla morte del ricercatore italiano, alla luce della forte volontà di scoprire i responsabili e consegnarli alla giustizia", ha spiegato il portavoce della presidenza egiziana, Bassam Radhi. "Al-Sisi ha inoltre tenuto a sottolineare la collaborazione molto costruttiva tra le procure egiziana ed italiana".
Le affermazioni di Al Sisi hanno scatenato un'accesissima polemica in Italia e alcuni esponenti della sinistra italiana hanno attaccato Di Maio per non aver contestato il presidente egiziano: "Quando al-Sisi ha detto a Di Maio che ‘Regeni è uno di noi' il vicepresidente del Consiglio doveva alzarsi e andarsene. Lui rappresenta tutto il Paese, non può accettare che dopo tanto tempo le indagini siano ancora insabbiate e che arrivino ancora una volta fasulle rassicurazioni. E' davvero inaccettabile assistere all'ennesima umiliazione del popolo italiano", ha dichiarato l'ex parlamentare e attuale dirigente di Liberi e Uguali, Arturo Scotto. "Di Maio riporta una frase indegna di al-Sisi. Giulio non era ‘uno di loro'. La sua memoria va tutelata con la verità, che aspettiamo da anni. Nessun cambiamento, né in Egitto, né in Italia", è la presa di posizione di Giuseppe Civati, fondatore di Possibile. Nessun commento ufficiale è pervenuto dalla famiglia Regeni.