Oltre 250 migranti ancora in mare: i 43 della Aita Mari in attesa di un porto, 55 persone disperse
La Aita Mari, la nave dell'ong Salvamento Marítimo Humanitario, è ancora in mare in attesa dell'assegnazione di un porto di sbarco, dopo aver soccorso nel giorno di Pasquetta 43 migranti, che da sei giorni si trovavano su un gommone. "Ci hanno detto che non saranno mai fatti sbarcare", ha detto a Radio radicale Michele Angioni, primo ufficiale di bordo, che ieri notte ha chiesto a La Valletta assistenza medica. Malta, come l'Italia, ha chiuso i propri porti a causa della crisi sanitaria provocata dalla pandemia di coronavirus.
Il primo ministro maltese Robert Abela ha difeso la posizione del suo governo affermando che "questa decisione non ha nulla a che fare con il razzismo o il colore della pelle". In piena emergenza sanitaria, ha proseguito Abela, "non è possibile effettuare operazioni di salvataggio in alto mare" ed è necessario "scegliere tra la salute a Malta ed altro".
"Lasciateli entrare! L'equipaggio e gli ospiti di AitaMari necessitano di un porto sicuro ora! Le 43 persone hanno sofferto abbastanza. @Armed_Forces_MT, siete venuti meno al dovere di salvare, e nemmeno rispettate quello di coordinare per un porto sicuro!", ha denunciato il call center per i migranti Alarm Phone, rivolgendosi alle Forze Armate maltesi
La scorsa notte, ancora, era stata segnalata un'altra imbarcazione in difficoltà, ed era stato allertato il cargo ‘Ivan', battente bandiera portoghese, che si trovava nell'area. Si tratta, ha spiegato Alarm Phone, di circa 55 persone, della cui sorte non si hanno finora notizie. "Dove sono le 55 pers. disperse? Stanotte la IVAN (bandiera portoghese) aveva ricevuto l’ordine di soccorrere una barca ma ha proseguito verso nord. Malta non ha soccorso, mandando solo un assetto aereo. Il meteo è terribile e la nostra speranza che siano vivi sta diminuendo".
Le partenze dei migranti diretti in Europa sono state costanti nelle ultime ore, e si prevede che nei prossimi mesi, con la stagione calda possano intensificarsi. Numerosi sono anche i cosiddetti ‘sbarchi fantasma', sui quali non è possibile effettuare i controlli. Ieri sono arrivati 177 migranti tra Pozzallo e Portopalo. Si prospetta, intanto, una quarantena su una nave passeggeri per i 156 soccorsi dalla Alan Kurdi e per l'equipaggio, come ha ricordato oggi anche la ministra dei Trasporti De Micheli: "Abbiamo chiesto alle Ong di avere un comportamento omogeneo, ovvero, di fare riferimento ai loro paesi per fare in modo che il nostro sistema di accoglienza non andasse in situazione di stress sanitario. In alcuni casi abbiamo avuto riscontro positivo, per la Alan Kurdi prenderemo una nave per far passare la quarantena".
Musumeci contro il decreto che ha chiuso i porti ai migranti
"Con l'arrivo del bel tempo, è accaduto ciò che si temeva: centinaia di arrivi in Sicilia, incluso il primo migrante contagiato: il decreto del governo sui porti chiusi a quanto pare sta facendo acqua…", ha detto il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in un'intervista a Libero, in cui ha raccontato di aver ricevuto "allarmate telefonate da sindaci e cittadini che temono l'incontrollata gestione della presenza di centinaia di migranti, sul piano della prevenzione sanitaria".
"I sindaci siciliani di tutti i colori sono sul piede di guerra contro il governo nazionale. Stessa cosa gli imprenditori di Lampedusa". La sua proposta al governo è di predisporre una nave in rada opportunamente attrezzata sulla quale mettere in quarantena i migranti.
"Abbiamo trovato in 24 ore una nave per 488 posti, dotata di protocolli sanitari e di tutte le autorizzazioni ma non sappiamo ancora cosa abbia deciso lo Stato dopo la nostra proposta. E così non va bene: la leale collaborazione non può essere unilaterale. Il governo non perda altro tempo. Tra la mia gente c'è già tanta tensione".
Da uomo orgogliosamente di destra, prima ancora che da governatore – ha detto ancora Musumeci – guardo al fenomeno migratorio sotto l'aspetto umanitario e organizzativo. Ed ho sempre denunciato il cinismo dell'Ue e la sua incapacità a dimostrare di essere anche un ideale, un valore e non soltanto una lobby finanziaria. I migranti vanno fermati prima ancora di partire e l'Europa avrebbe dovuto già da tempo prendere atto del fallimento della politica di cooperazione e di sviluppo con il Continente Africano".