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Opinioni

Olio tunisino in Italia: siamo sicuri sia una scelta sbagliata?

Via libera del Parlamento Europeo a un pacchetto di aiuti urgenti per la Tunisia. Nella norma anche l’immissione senza dazi nel mercato europeo di altre 35mila tonnellate di olio. Ed è polemica, in Italia.
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Cominciamo con una precisazione: quello sull’olio tunisino è un provvedimento temporaneo, della validità di due anni e che prevede la garanzia della tracciabilità, ovvero la certezza che l’olio sia interamente prodotto in Tunisia e trasportato direttamente in Europa. Ma non solo, perché nel caso in cui si riscontrasse un “impatto immediato” sul mercato europeo (e la valutazione spetterà alle autorità del Vecchio Continente), si potrà ricalibrare la quota complessiva in modo da non danneggiare i produttori e gli addetti del settore.

Questa introduzione è, a parere di chi scrive, necessaria per capire gli esatti contorni di una misura che sta già facendo gridare alla scandalo in Italia e che è al centro della solita battaglia politica, in particolare tra PD e M5S. Con il voto dell’assemblea plenaria del Parlamento europeo (500 sì e 107 no), infatti, manca solo il via libera del Consiglio Ue (tecnicamente una formalità), affinché entri in vigore il pacchetto di misure urgenti in favore della Tunisia. Nel provvedimento anche l’immissione in Europa di altre 35mila tonnellate di olio senza dazi, dunque a condizioni particolarmente vantaggiose per i produttori tunisini, che operano in un contesto dal quale dipendono circa un milione di posti di lavoro. Va detto che tale quota è "in aggiunta" alle 58mila tonnellate già previste dagli accordi bilaterali Ue – Tunisia.

Il provvedimento approvato contiene le modifiche chieste nelle Commissioni anche dagli esponenti del Partito Democratico, che però ora si dissociano in larga parte dalla scelta del Parlamento Ue. Il presidente della commissione Agricoltura della Camera, Luca Sani (Pd), dice: “È un lasciapassare che lascia l’amaro in bocca, una decisione che colpisce il nostro paese”; i parlamentari democratici Ginefra e Mongiello (autore della legge "salva olio) parlano di “errore che, oltre a determinare una concorrenza sleale nei confronti delle produzioni italiane, rischia di alimentare il pericoloso mercato delle sofisticazioni con la possibile svalutazione del marchio Italia”; la Bonafé chiosa per tutti:

Ma la questione non è così semplice. E infatti il Movimento 5 Stelle spara ad alzo zero contro la gestione della faccenda da parte del PD:

Il Governo italiano ha poi boicottato tutte le sedi Ue in cui avrebbe potuto opporsi al provvedimento, a cominciare dal ministro delle Politiche Agricole, Martina, che nel 2015 ha disertato senza giustificazione ben 9 Consigli europei su 13. È pertanto ridicolo da parte di Martina, oggi, ormai a cose fatte, dichiararsi contrario all'import di olio tunisino rimandando la soluzione del problema a controlli futuri. Una scusa già adottata in passato e smentita dai recenti dati dei Nas dei Carabinieri secondo cui solo nell'ultimo anno sono quadruplicate le frodi ai danni dell'olio extravergine d'oliva italiano.

Patetici anche i colleghi di partito del ministro Martina che in una replica al M5S hanno dichiarato di aver migliorato il testo dell'accordo. Il Pd e il Governo avrebbero dovuto contribuire a bloccare il provvedimento, non a ‘migliorarlo'. Un atteggiamento che equivale a voler riparare le crepe di una casa ormai crollata. L'unico titolo di cui oggi Martina può davvero fregiarsi è quello di ‘ministro dell'Invasione' ai danni del nostro ‘oro verde' e di tutto il made in Italy.

Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia diffondono poi giudizi durissimi sull'intera vicenda. Giorgia Meloni sintetizza:

Ennesima bastonata dell'Unione Europea all'Italia che per aiutare la Tunisia decide di mettere in ginocchio i nostri agricoltori e le nostre eccellenze. Made in Italy calpestato grazie a questi governanti italiana servi delle lobby e valletti della Germania, che fanno gli interessi di tutti tranne che della nostra Nazione. Fratelli d'Italia al fianco degli agricoltori, sempre. Ma i rappresentanti italiani dove caspita stanno in questo Parlamento Europeo?

Salvini, aggiunge legna sul fuoco della polemica (facendo lievitare a 70mila le tonnellate di olio, cifra iniziale, poi ridotta in Commissione):

Insomma, sembrerebbe che per una volta tutte le forze politiche italiane siano d'accordo sul fatto che si tratti di un provvedimento pericoloso per la nostra economia. In realtà, a ben guardare, le cose non stanno proprio in questi termini e c'è anche una lettura alternativa che merita considerazione.

È quella fatta qualche settimana fa dalla deputata del Partito Democratico Lia Quartapelle (l'integrale qui), sintetizzabile in una serie di punti:

  • “La Tunisia è un Paese prioritario per l’Italia, e l’unica rivoluzione della Primavera araba avviata su uno stabile sentire democratico”, sostenerne l’economia appare fondamentale anche in considerazione del fatto che “l’economia tunisina nel 2015 ha registrato due trimestri consecutivi di recessione, dovuti all’instabilità derivante dagli attentati”
  • L’Italia produce in media 400mila tonnellate di olio all’anno: è una chiara esagerazione temere che 35mila tonnellate di olio in più da esportare in 28 paesi europei possano mandare sul lastrico tutti i produttori italiani
  • Avere una visione di politica estera sostanzialmente paranoica produce questo: grandi sparate contro i guerrafondai che affollano le cancellerie dei ministeri degli Esteri dei paesi europei; lunghissime tirate sulla necessità di finanziare la pace e non comprare le bombe; e infine la dimenticanza di ciò che si era detto al momento in cui le intenzioni devono diventare fatti.

Questioni che, unite alla "clausola" sulla valutazione d'impatto, dovrebbero comunque spingere a una qualche riflessione. Pur nella considerazione, fondamentale, della necessità di tutelare i nostri produttori e garantire ai consumatori un prodotto di qualità.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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