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Ok alla legge contro gli eco-attivisti: via libera alle maximulte fino a 60mila euro

L’Aula della Camera ha approvato il ddl contro le eco-proteste per il clima, che prevede sanzioni per chi deturpa beni culturali o paesaggistici. Il provvedimento ora è legge.
A cura di Annalisa Cangemi
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La Camera ha dato l'ok in via definitiva, con 138 sì, 92 no, e 10 astenuti, al disegno di legge di conversione del decreto che introduce sanzioni più severe per chi imbratta o deturba beni culturali e paesaggistici. Il provvedimento, emanato dal governo in seguito alle proteste per il clima, che ha come primo firmatario il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, era già stato approvato dal Senato lo scorso 11 luglio.

Non ci sono modifiche rispetto al testo già approvato dal Senato. Il provvedimento introduce una sanzione amministrativa da 20.000 euro a 60.000 euro per chiunque distrugga, disperda, deteriori o renda in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui.

È prevista inoltre la sanzione amministrativa da 10.000 euro a 40.000 euro per chiunque deturpi o imbratti beni culturali o paesaggistici propri o altrui, o destina i beni culturali ad un uso pregiudizievole per la loro conservazione o integrità o ad un uso incompatibile con il loro carattere storico o artistico.

Il danneggiamento e la distruzione di beni culturali erano già puniti nel codice penale con la pena della reclusione da due a cinque anni e con la multa da euro 2.500 a euro 15.000. E il deturpamento o imbrattamento di beni culturali con la pena della reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da 1.500 euro a 10.000 euro.

I proventi delle sanzioni previste dal ddl approvato oggi, secondo quanto previsto dallo stesso ddl, sono versati in un apposito capitolo del bilancio dello Stato per essere successivamente riassegnati al ministero della Cultura affinché siano impiegati prioritariamente per il ripristino dei beni.

Il ddl infine introduce una fattispecie aggravata (sanzionata con pene raddoppiate) a carico di chi deturpa o imbratta cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico; prevede specifiche sanzioni – reclusione da 1 a 6 mesi o multa da 300 a 1.000 euro – per coloro che deturpano o imbrattano teche, custodie e altre strutture adibite alla esposizione, protezione e conservazione di beni culturali esposti in musei, pinacoteche, gallerie e altri luoghi espositivi dello Stato, delle regioni, degli altri enti pubblici territoriali, nonché di ogni altro ente e istituto pubblico.

La soddisfazione di Sangiuliano

"Ringrazio il Parlamento per il lavoro svolto, prima il Senato e oggi la Camera, per essere finalmente riusciti a raggiungere questo fondamentale traguardo. Oggi è una bella giornata per la cultura italiana e, in particolare, per il patrimonio artistico e architettonico della Nazione. Con l'approvazione definitiva a Montecitorio diventa legge il ‘ddl eco-vandali', da me fortemente voluto, che stabilisce un principio cardine: d'ora in poi, chi arrecherà dei danni al patrimonio culturale e paesaggistico sarà costretto a pagare di tasca propria il costo delle spese per il ripristino integrale delle opere", ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, dopo l'approvazione definitiva del provvedimento da parte dell'aula della Camera.

"Chi si renderà responsabile di atti vandalici nei confronti dell'arte e dei monumenti nazionali, patrimonio della nostra identità e dell'umanità, deve sapere che ne risponderà direttamente in prima persona dal punto di vista patrimoniale. Si tratta, infatti, di sanzioni amministrative immediatamente irrogabili dal prefetto del luogo dove il fatto è commesso, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali", ha continuato il ministro.

"È bene poi ricordare, ancora una volta, che colpire l'arte significa danneggiare anche la natura, perché in virtù dell'antropizzazione del paesaggio alcuni luoghi o monumenti sono diventati parte integrante delle nostre città. Compito dello Stato, come sancisce l'articolo 9 della Costituzione, è quello di preservare questa risorsa unica e preziosa che abbiamo il dovere di proteggere e custodire per le future generazioni",

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