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Ok alla Camera al ddl Lavoro, ora passa al Senato: dalle ‘dimissioni in bianco’ allo smartworking, le novità

Primo via libera della Camera al ddl Lavoro: con 158 voti favorevoli, 121 contrari e 2 astenuti, l’Aula di Montecitorio ha approvato il disegno di legge recante disposizioni in materia di lavoro, che ora passa al Senato per la seconda lettura. Ecco le novità.
A cura di Annalisa Cangemi
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L'Aula della Camera ha dato il via libera ddl Lavoro, che ora passa al Senato per la seconda lettura, dopo un lungo iter: il testo è stato approvato con 158 voti favorevoli, 121 contrari e 2 astenuti. Tra le novità, con gli ultimi emendamenti approvati al provvedimento cambiano le conciliazioni in sede sindacale delle controversie di lavoro, che possono essere fatte anche in modalità telematica; inoltre ci sono meno oneri e vincoli per il ricorso del al lavoro stagionale.

Il provvedimento, una trentina di articoli complessivi, era stato dal Consiglio dei ministri il 1 maggio del 2023, per poi essere assegnato alla Commissione lavoro solo nel novembre successivo. Era stato discusso a marzo 2024, quindi era stato accantonato per diversi mesi, fino all'accelerazione finale, con l'arrivo per l'esame in Assemblea dallo scorso 23 settembre.

Tra le misure più discusse, c'è quella sulle cosiddette ‘dimissioni in bianco', che di fatto allarga le maglie delle disposizioni in tema di licenziamenti rispetto a quanto stabilito dal Jobs Act del governo Renzi. In particolare, l'articolo 19 del collegato al Lavoro prevede la risoluzione del rapporto di Lavoro imputabile alla volontà del lavoratore (dimissioni volontarie) nei casi in cui un'assenza ingiustificata si protragga oltre il termine previsto dal contratto collettivo o, in mancanza di previsioni contrattuali, per un periodo superiore a 15 giorni. Secondo la maggioranza, è un modo per impedire che i lavoratori, sfruttando la leva delle assenze ingiustificate, inducano i datori al licenziamento per poi accedere opportunisticamente alla Naspi. In caso di dimissioni volontarie, infatti, non è possibile richiedere l'indennità.

Meno vincoli per la somministrazione di lavoro

Una prima modifica riguarda l'esclusione dal computo dei limiti quantitativi relativi alla somministrazione a tempo determinato di lavoratori (attualmente pari 30 per cento del numero dei lavoratori a tempo indeterminato in forza presso l’utilizzatore al 1 gennaio dell’anno di stipulazione dei medesimi contratti) dei lavoratori assunti dal somministratore a tempo indeterminato o lavoratori con determinate caratteristiche o assunti per determinate esigenze (svolgimento di attività stagionali o di specifici spettacoli, start-up, sostituzione di lavoratori assenti, lavoratori con più di 50 anni).

Viene poi eliminata la previsione per la quale, se il contratto tra agenzia di somministrazione e lavoratore è a tempo indeterminato, non trovano applicazione i limiti di durata complessiva della missione a tempo determinato presso un soggetto utilizzatore e attualmente pari a 24 mesi. Queste modifiche puntano a incentivare l'utilizzo di contratti flessibili e rendere più dinamico il mercato del lavoro.

Periodo di prova

La norma stabilisce che, fatte salve le previsioni più favorevoli della contrattazione collettiva, la durata del periodo di prova per i rapporti di lavoro a tempo determinato è fissata in un giorno di effettiva prestazione ogni quindici giorni di calendario a partire dalla data di inizio del rapporto di lavoro.

In ogni caso, la durata del periodo di prova non può essere inferiore a due giorni né superiore a quindici giorni per i contratti con durata non superiore a sei mesi, e non può essere inferiore a due giorni e superiore a trenta giorni per quelli con durata superiore a sei mesi e inferiori a dodici mesi.

Smartworking

Si conferma l'obbligo a carico del datore di lavoro di comunicare, in via telematica al Ministero del Lavoro, i nominativi dei lavoratori e la data di inizio e di fine delle prestazioni di lavoro svolte in modalità agile entro cinque giorni dalla data di avvio del periodo, oppure entro i cinque giorni successivi alla data in cui si verifica l’evento modificativo della durata o della cessazione del periodo di lavoro svolto in modalità agile.

Si può lavorare durante la cassa integrazione

Un'altra novità riguarda la possibilità per il lavoratore in cassa integrazione di lavorare in forma subordinata o autonoma (comunicando tempestivamente all'Inps l’inizio della nuova attività) Durante lo svolgimento di tale attività perde il diritto al trattamento di integrazione salariale. La norma mira a ridurre la dipendenza esclusiva dalle misure di integrazione salariale e a favorire la ricerca di nuove opportunità lavorative.

Lavoro stagionale

Sul lavoro stagionale si fornisce una importante interpretazione autentica, in base alla quale oltre ai cosiddetti ‘stagionali' individuati da decreto (Dpr del 1963), con la norma approvata alla Camera si specifica che rientrano nelle attività stagionali  "le attività organizzate per fronteggiare intensificazioni dell’attività lavorativa in determinati periodi dell’anno, oppure le esigenze tecnico-produttive o collegate ai cicli stagionali dei settori produttivi o dei mercati serviti dall’impresa, secondo quanto previsto dal Ccnl, inclusi quelli già vigenti, stipulati dalle organizzazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative nella categoria".

Respinto odg M5s su risorse per settimana corta

Ieri pomeriggio erano stati esaminati in Aula gli ordini del giorno presentati al ddl Lavoro. Con parere contrario del governo, l'aula di Montecitorio ha respinto l'ordine del giorno presentato dl Movimento 5 stelle (primo firmatario Dario Carotenuto) con cui si chiedeva all'Esecutivo di prevedere, "già a partire dal prossimo disegno di legge di Bilancio, lo stanziamento di specifiche risorse economiche destinate alla promozione di forme incentivanti la riduzione oraria del lavoro a parità di retribuzione". Sul tema è intervenuto in discussione anche il presidente della commissione Lavoro della Camera, Walter Rizzetto (FdI), ricordando che la questione è già all'attenzione della XI commissione di Montecitorio.

Rizzetto, inoltre, ha ricordato che "oggi ci sono già aziende che fanno la settimana corta" e che, quindi, "il tema dirimente è capire dove la politica, attraverso fondi pubblici, possa incentivare forme di settimana corta. Penso sia difficile oggi applicare un fondo rispetto a tutte le aziende che potenzialmente potrebbero usufruire della settimana corta".

Bocciato pure l'odg del Pd sul salario minimo: "Non gli è bastato bocciare l'emendamento sul salario minimo al collegato lavoro la settimana scorsa. Oggi bocciano anche un ordine del giorno che chiede almeno al governo di riaprire la discussione sullo stesso argomento. La destra sceglie sempre la stessa strada: comprimere i salari e precarizzare il lavoro".

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