Ok a nuovo Codice appalti, Salvini: “Taglia burocrazia e sprechi, miglior battaglia alla corruzione”
Il Consiglio dei ministri ha appena approvato il decreto legislativo di riforma del Codice degli appalti. Ha illustrato il provvedimento il vicepremier e ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, che poco dopo l'approvazione in Consiglio dei ministri ha fatto trapelare "Grande soddisfazione". Insieme a lui il sottosegretario alla Presidenza, Alfredo Mantovano.
"Con l'approvazione della riforma del Codice degli appalti il Governo mantiene un altro impegno preso con gli italiani. Un provvedimento organico, equilibrato e di visione, frutto di un lavoro qualificato e approfondito, che permetterà di semplificare le procedure e garantire tempi più veloci. E che rappresenterà anche un volano per il rilancio della crescita economica e l'ammodernamento infrastrutturale della Nazione. Il Governo ringrazia il Consiglio di Stato per il grande lavoro svolto e che ha contribuito al raggiungimento di questo importante risultato", ha commentato la premier Giorgia Meloni.
"Il nuovo #Codice degli appalti è il frutto del lavoro degli uffici del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture. Snello ed efficiente, nelle nostre intenzioni sarà il miglior rimedio contro la corruzione con regole in grado di sbloccare le opere pubbliche in Italia", ha commentato su Twitter il deputato Lega e viceministro al Mit, Edoardo Rixi, poco dopo il termine del Cdm.
Salvini ha sottolineato che quello di oggi "È stato un passaggio importante, l'iniziativa più importante" da quando è nato il governo. "Questo nuovo Codice taglierà burocrazia, tempi persi, sprechi. Viene incontro a esigenze Pmi, Comuni medi e piccoli, garantirà trasparenza e dibattito ma permetterà di aprire cantieri in tempi molto più veloci. Creerà più lavoro, è la miglior battaglia alla corruzione che possa esserci" perché "più rapido è l'appalto più difficile per il corrotto incontrare il corruttore. Ci sono interventi a favore dei Comuni piccoli, con l'innalzamento della soglia sotto la quale i Comuni possono procedere con l'appalto in maniera diretta. Ringrazio il Consiglio di Stato", che ha scritto il testo sulla base della delega votata prima della caduta del governo Draghi. Il Consiglio di Stato "ha recepito" le nostre proposte, ha sottolineato Salvini. "Rivendico la necessità della separazione dei poteri: in una cabina di regia si fanno scelte politiche", l'autorità anti-corruzione "non fa parte" dell'organismo politico, ha detto rispondendo alle critiche sollevate dall'Anac. Secondo il vicempremier "L'80% degli appalti sarà più efficace e più veloce".
"Il dibattito pubblico rimane, in tempi compatibili con la realizzazione delle opere pubbliche. Dopo 6 anni siamo arrivati a un momento importante per migliorare e modernizzare il modo di lavorare. Abbiamo fatto un ottimo lavoro".
Con il nuovo Codice degli Appalti "di fatto si pone fine alla proroga delle concessioni autostradali, con una breve gestione da parte del Mit fino al completamento di procedure di affidamento più idonee", ha aggiunto Salvini, rispondendo a una domanda.
Cosa c'è nel nuovo Codice degli appalti
Per i lavori si reintroduce la possibilità dell'appalto integrato senza i divieti previsti dal vecchio Codice. Nella riforma del codice degli appalti, varata oggi dal Cdm, "c'è lo snellimento delle procedure che vengono fuori dall'appalto integrato", evitando "più passaggi", "ma resta in piedi tutto il meccanismo di controllo per evitare infiltrazioni mafiose", ha assicurato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, a proposito dell'appalto integrato, cioè l’affidamento di progettazione ed esecuzione dell'opera allo stesso soggetto. Il contratto potrà quindi avere come oggetto la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori sulla base di un progetto di fattibilità tecnico-economica approvato. Sono esclusi gli appalti per opere di manutenzione ordinaria.
C'è inoltre l'aumento da 150mila a 500mila euro della soglia sotto la quale anche i piccoli Comuni privi delle competenze e capacità necessari per ottenere la qualificazione potranno affidare lavori in autonomia. All'articolo 62 della bozza si legge che "tutte le stazioni appaltanti (…) possono procedere direttamente e autonomamente all’acquisizione di forniture e servizi di importo non superiore alle soglie previste per gli affidamenti diretti (140mila euro ndr), e all’affidamento di lavori d’importo pari o inferiore a cinquecentomila euro, nonché attraverso l’effettuazione di ordini a valere su strumenti di acquisto messi a disposizione dalle centrali di committenza qualificate e dai soggetti aggregatori". Ad oggi le soglie sono molto più basse: 40mila euro per l'acquisizione di beni e servizi, 150mila per i lavori. Sopra quelle cifre occorre ottenere la qualificazione, che è la modalità prevista dall'art. 38 del d. lgs. 50/2016 (Codice Appalti) con cui le stazioni appaltanti attestano il proprio possesso della capacità organizzativa e professionale necessaria ad indire appalti.
Sul punto però il sottosegretario Mantovano ha detto che il limite di 500mila euro al di sotto del quale le stazioni appaltanti pubbliche non devono essere qualificate, è una "ipotesi di partenza molto sostenuta dai Comuni ma è una ipotesi aperta, lasciata all'interlocuzione sia con l'Unione europea che con il Parlamento".
Altra importante novità – si legge in una nota diffusa al termine della conferenza stampa – è un sistema di programmazione per le opere strategiche con il coinvolgimento diretto delle Regioni. Le opere con indici di concreta realizzabilità e sostenibilità finanziaria saranno inserite direttamente nel Documento di economia e finanza.
Ridotti anche i termini del procedimento amministrativo in particolare per la resa dei pareri di competenza: da 45 a 30 giorni per il Consiglio superiore dei lavori pubblici e da 60 a 45 per la Conferenza dei servizi; inoltre le verifiche preventive per le aree di interesse archeologico vedranno un procedimento parallelo che non andrà ad allungare i tempi di realizzazione dell'opera.