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Ok a ddl femminicidio, ergastolo per chi uccide una donna come atto di odio o discriminazione: cosa cambia

Il governo ha approvato un disegno di legge che introduce il reato autonomo di femminicidio, che prevede ora, tra le novità, l’ergastolo per chi uccide una donna per motivi legati all’odio o alla discriminazione di genere. Tra le modifiche, anche l’estensione delle misure cautelari e la formazione obbligatoria per i magistrati.
A cura di Francesca Moriero
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Alla vigilia dell'8 marzo, il governo italiano ha approvato un disegno di legge che introduce modifiche significative per combattere la violenza di genere, tra cui il riconoscimento del femminicidio come reato autonomo rispetto all'omicidio. Il provvedimento è stato approvato in Consiglio dei Ministri, e si inserisce all'interno di un pacchetto di misure destinate a rafforzare la tutela delle donne e delle vittime di violenza. La riunione, convocata simbolicamente alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna, vuole segnare un passo decisivo nella lotta contro la violenza di genere.

Il nuovo reato di femminicidio e l'ergastolo

Con l'introduzione del femminicidio come reato autonomo, il governo intende rispondere all'esigenza di riconoscere in modo più chiaro e incisivo la violenza di genere come fenomeno specifico e strutturale della società. Il disegno di legge che riconosce il femminicidio come omicidio di una donna in quanto tale, prevede ora, tra le novità, l'ergastolo per chi uccide una donna per motivi legati all'odio o alla discriminazione di genere, oppure per punire l'esercizio dei suoi diritti e delle sue libertà, come la volontà di separarsi, di interrompere una relazione o di autodeterminarsi. In assenza di queste circostanze, si applicherà l'articolo 575 del codice penale, che prevede comunque una pena non inferiore ai 21 anni di carcere. Se prima cioè l'ergastolo scattava soltanto in caso di aggravante, ora è il femminicidio a essere l'aggravante stessa.

Come sottolineato dalla ministra alle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, "nonostante gli strumenti innovativi già adottati il numero dei femminicidi non cala, ogni tre giorni una donna muore".

Potenziamento delle misure cautelari e delle comunicazioni alle vittime

Un altro degli aspetti centrali del disegno di legge riguarda il rafforzamento delle misure cautelari per i colpevoli di violenza di genere. Tra le novità viene introdotto l'obbligo di estendere il distanziamento oltre i 500 metri dalle vittime, che include non solo la loro abitazione ma anche i luoghi che frequentano abitualmente.

Si prevede poi un rafforzamento anche per quanto riguarda la formazione dei magistrati, per sensibilizzarli all'importanza di intervenire tempestivamente, prima che avvenga il reato. "In questa legge", ha anticipato infatti Roccella, "ci sarà un'attenzione alla formazione dei magistrati perchè il problema è l'attenzione che le forze dell'ordine, la società e in particolare la magistratura danno alla violenza contro le donne, perchè bisogna intervenire prima che accada il fattaccio, prima del femminicidio. Intervenire quindi con misure cautelari in modo intelligente". Con il nuovo ddl c'è ora l'obbligo per i magistrati di partecipare ad almeno uno specifico corso tra quelli organizzati dalla Scuola superiore della magistratura, indipendentemente dalla appartenenza a gruppi o a sezioni specializzate in materia e dalle varie funzioni svolte.

Tra le novità del disegno di legge c'è poi anche l'obbligo di audizione da parte del pubblico ministero delle vittime di reati legati alla violenza di genere, ma solo su richiesta della vittima stessa. Nei casi di codice rosso l'audizione della persona offesa non sarò quindi più delegabile alla polizia giudiziaria. Questo meccanismo mirerebbe a raccogliere testimonianze dirette da chi ha vissuto la violenza e a garantire alle donne coinvolte una maggiore partecipazione nei procedimenti penali. Non solo: le procure, dovranno ora ascoltare il parere delle vittime (anche se non sarà vincolante) prima di decidere su eventuali richieste di patteggiamento, per reati come stalking, maltrattamenti, violenza sessuale e revenge porn. La legge introduce poi misure più severe per quanto riguarda la violenza domestica, come, per esempio il rafforzamento degli arresti domiciliari.

Stop all'imposta di risarcimento sulle vittime di violenza

Un'altra misura importante riguarda la volontà del governo di fermare il risarcimento fiscale per le famiglie delle vittime di violenza, un tema emerso in seguito al caso della madre di Giulia Galiotto, uccisa nel 2009 dal suo ex compagno. La famiglia aveva denunciato come il Fisco avesse chiesto loro di pagare le imposte sul risarcimento che l'omicida avrebbe dovuto versare, ma che non avevano appunto mai ricevuto. Il disegno di legge prevede dunque l'esclusione delle somme di risarcimento dal reddito imponibile, impedendo che le vittime o i loro familiari debbano anche pagare tasse su denaro mai realmente incassato.

Il disegno di legge approvato oggi dal governo, punta a essere un avanzamento nella lotta contro la violenza di genere, un importante passo avanti su cui anche le opposizioni lavorano da tempo. Con la creazione del reato di femminicidio, si spera che arrivino anche investimenti culturali ed economici.

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