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Ogni anno in Italia le nascite calano del 2%, per la ministra Roccella è “inferno demografico”

La ministra per la Famiglia Eugenia Roccella commenta i dati Istat sulla denatalità: “Oggi siamo al momento di svolta per quanto riguarda l’equilibrio demografico, l’inverno demografico che ormai chiamo ‘inferno demografico’: o ce ne occupiamo in questo momento, riuscendo a invertire la direzione, oppure sarà sempre più difficile”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Per la ministra della ministra della Famiglia, della Natalità e delle Pari Opportunità, Eugenia Roccella, non si parla più di "inverno demografico", ma di "inferno demografico". Nel ha parlato ieri in un videomessaggio inviato ai partecipanti dell'incontro ad Ancona sul tema ‘I comuni e la Regione a sostegno della natalità, organizzato da Anci Marche e Forum delle Associazioni Familiari Marche.

"Ritengo la natalità un tema centrale e soprattutto un'urgenza per il nostro Paese, perché oggi siamo al momento di svolta per quanto riguarda l'equilibrio demografico, l'inverno demografico che ormai chiamo ‘inferno demografico': o ce ne occupiamo in questo momento, riuscendo a invertire la direzione, oppure sarà sempre più difficile", ha sottolineato.

"Il nostro era il Paese della centralità della famiglia, che è stata anche studiata e anche vituperata – ha aggiunto la ministra -, invece è stata sempre una grandissima risorsa". La ministra ha chiesto di dare a questi temi "più importanza e attenzione di quanto sia stata data in passato", sottolineando che "solo di recente si è cominciato ad occuparsi di denatalità in maniera mirata", con un riferimento all'assegno unico messo in piedi dal passato governo.
"Noi oggi riprendiamo questo filone dell'assegno unico e vogliamo implementarlo e correggerlo, in modo che sia più adeguato al sostegno alle famiglie – ha detto ancora Roccella -. Abbiamo cominciato a farlo nella finanziaria, nonostante i limiti che abbiamo dovuto vivere per motivi di tempo e di scarsità di risorse". Nel suo intervento, la ministra ha parlato di "segnali molto chiari per quanto riguarda il primo figlio, per le famiglie numerose, per le quali è stata messa in campo una maggiorazione strutturale dell'assegno".
Roccella, infine, ha auspicato "la collaborazione di tutti gli attori in campo e, in particolare, di comuni e Regioni, senza i quali non si riuscirà a invertire la direzione, mettendo anche in rete le buone pratiche esistenti". 

I dati sulla natalità dell'Istat

Il presidente dell'Istat Gian Carlo Blangiardo ha presentato i dati demografici italiano, con la relazione sul tema ‘La situazione marchigiana: andamento demografico, efficacia delle misure welfare, conseguenze e criticità'. Si parla di "età media della nascita del primogenito passata da 30 anni nel 2008 a 31,4 nel 2021". Blangiardo ha affermato che "il valore di figli e genitorialità è ancora concreto ma la disponibilità a fare sacrifici per far nascere e sostenere la famiglia è scesa".

Si segnala anche un calo per quanto riguarda le famiglie straniere, che comunque continuano a dare un contributo importante, pur non avendo i nonni che possano aiutare a gestire i figli: "Il tasso di fecondità è sceso anche per gli stranieri a 1,87 nel 2021 (2,5 nel 2008). Oggi abbiamo 1,25 figli per donna". 

"Il trend di nascite è decrescente: nascono 400mila bambini l'anno, ma ogni anno circa il 2% in meno. L'evoluzione prevede che da 59 milioni di abitanti in Italia, nel 2070 ne avremo 48 milioni, con 250mila nati contro i 400 mila attuali. Nel 2070 avremo il doppio dei morti rispetto alle nascite".
Inoltre, gli ultra90enni sono 800mila e nel 2070 saranno 2,2 milioni, mentre i neonati scenderanno da 395mila a 360mila nel 2070. "La conseguenza – ha concluso Blangiardo – è avere una ragionevole capacità di reagire a questi dati e consegnarli al decisore politico: le conseguenze riguardano in primis il PIL che dal valore attuale di 1.800 miliardi scenderà di 500 miliardi nel 2070, perché diminuisce la popolazione in età lavorativa". 

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