Oggi vertice dei ‘volenterosi’ a Parigi: cosa dirà Meloni e quali sono i nodi principali

Oggi a Parigi si terrà un nuovo vertice della coalizione dei ‘volenterosi', a cui parteciperanno un trentina di leader dei Paesi alleati per discutere delle garanzie di sicurezza da fornire a Kiev nelle trattative con la Russia. L'iniziativa è stata lanciata dal presidente francese Emmanuel Macron e dal premier britannico Keir Starmer e saranno presenti, tra gli altri, Giorgia Meloni, il segretario generale della Nato Mark Rutte e i vertici dell'Unione Europea.
Ieri il capo dell'Eliseo incontrato l'omologo ucraino Volodymyr Zelensky a cui ha annunciato lo stanziamento "di altri 2 miliardi di euro a favore dell'esercito di Kiev" che comprendono la fornitura di "missili anticarro Milan, mezzi di difesa aerea come i missili MICA che equipaggiano i Mirage consegnati o anche i missili terra-aria Mistral". "Per mantenere la linea – ha argomentato – le forze ucraine riceveranno anche veicoli blindati VAB, carri armati AMX-10 RC e una grande quantità di munizioni, alcune delle quali sono comandate a distanza o droni. E abbiamo anche fatto progressi nella cooperazione in materia di satelliti e intelligence. Questo supporto sarà anche integrato dalla produzione in Ucraina, grazie alle partnership stabilite con le nostre aziende di difesa", ha aggiunto.
Quello di oggi rappresenta il terzo incontro dei ‘volenterosi' dopo il summit di Londra e quello virtuale dello scorso 15 marzo. I temi sul tavolo riguarderanno gli aiuti militari, il cessate il fuoco, le garanzie di sicurezza per l'Ucraina e l'eventuale istituzione di un corpo militare da inviare al confine russo-ucraino in caso di tregua. Macron infatti, è tra i più convinti promotori – insieme a Starmer – della creazione di un esercito di alleati, già soprannominato "forze di rassicurazione", di cui intende definire contorni e funzioni. Ipotesi che Giorgia Meloni, ha più volte escluso e che con ogni probabilità respingerà anche in quest'occasione. Del tema si è parlato anche nel corso di un vertice di governo che la premier ha tenuto con i suoi due vice, Antonio Tajani e Matteo Salvini, nel tentativo di appianare le tensioni fra i due vicepremier in seguito alla telefonata del leader leghista al vicepresidente Usa JD Vance.
L'Italia, tuttavia, ha lasciato la porta aperta a una missione di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite – come dichiarato anche dal ministro degli Esteri – ma solo dopo il raggiungimento di un accordo tra Russia e Ucraina. Una missione di peacekeeping però, richiederebbe l'ok del Consiglio di sicurezza dell'Onu, in cui siedono – con diritto di veto – anche Russia e Cina. Sulla questione Mosca ha già espresso il suo disappunto ma l'Eliseo sembra comunque intenzionato a proseguire.
Ma i dubbi di Meloni non riguarderebbero solo l'aspetto militare. Sul fronte internazionale, la premier ha ribadito più volte l'importanza di mantenere l'Occidente unito e evitare qualsiasi iniziativa frammentaria che potrebbe generare divisioni fra Europa e Stati Uniti e indebolire l'azione occidentale. In un quadro in cui la risoluzione del conflitto pare ancora lontana, il summit di Parigi dunque, rappresenterà un nuovo banco di prova per la definizione della strategia militare europea in Ucraina.