Oggi si festeggia la caduta di Mussolini con la “pastasciutta antifascista”: ecco perché
Era il 25 luglio del 1943 quando la famiglia Cervi, una delle più note nel panorama della Resistenza italiana, decise di festeggiare la caduta del regime di Benito Mussolini offrendo chili di pastasciutta agli abitanti di Campegine, un paese in provincia di Reggio Emilia. Per ricordare quell'evento e la famiglia Cervi (di cui i sette fratelli furono tutti fucilati dopo essere stati presi prigionieri nei rastrellamenti fascisti qualche mese più tardi) ogni anno l'Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) promuove in tutta Italia l'iniziativa che prende il nome di "pastasciutta antifascista", in cui ci si ritrova a mangiare insieme una pasta come in quel luglio del '43, ricordando gli eventi che hanno portato alla caduta del fascismo in Italia e alla nascita della Repubblica.
"È un'iniziativa dall'alto valore simbolico. Un invito caloroso a manifestare l’appartenenza ai valori che fondano la Repubblica, a contribuire ogni giorno a denunciare le azioni e le violenze neofasciste e a diffondere la cultura democratica in particolare tra le giovani generazioni. Ce n'è un gran bisogno", ha commentato a Fanpage.it Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dell'Anpi.
Dall'associazione dei partigiani, inoltre, sottolineano che questa iniziativa vuole essere anche un monito alle istituzioni, "affinché compiano pienamente il loro dovere antifascista dettato dalla Costituzione, contrastando le sempre più crescenti attività neofasciste e razziste". Sottolineando che purtroppo fatti recenti di cronaca dimostrano "che questo dovere non sempre viene onorato e addirittura ci si ritrova con figure dichiaratamente fasciste promosse a rilevanti incarichi di Stato", riferendosi a Mario Vattani, ambasciatore italiano a Singapore, vicino agli ambienti di estrema destra che era stato anche richiamato in Italia del governo Monti e sospeso dall'incarico per quattro mesi quando era console ad Osaka in quanto, come aveva spiegato il ministro degli Esteri del governo Monti, "l'apologia del fascismo non è compatibile con il ruolo di servizio allo Stato".