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Oggi sciopero dei trasporti, quali sono le fasce orarie garantite: 10 ottobre tocca ai taxi

È attualmente in corso lo sciopero dei mezzi del trasporto pubblico locale in tutta Italia, ogni città avrà delle fasce orarie in cui i servizi saranno garantiti. Invece, domani si fermeranno i taxi in protesta contro il decreto Asset.
A cura di Andrea Miniutti
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Da questa mattina è in corso uno sciopero nazionale dei lavoratori del trasporto pubblico locale che durerà per tutta la giornata, una protesta indetta dal sindacato di base Usb per ottenere migliori salari e l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Oggi autobus, tram, metropolitane e treni locali si fermeranno nelle città italiane ma saranno assicurate delle fasce orarie in cui il servizio è garantito, mentre domani sarà il turno dei taxi, in rivolta contro il decreto Asset, e provocherà disagi soprattutto nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli.

Sciopero dei mezzi: ecco gli orari in alcune delle principali città italiane

Lo sciopero avrà una durata di 24 ore e in ogni città italiana sono assicurate le fasce di garanzia del servizio. A Roma e nel Lazio la protesta coinvolge Atac, Roma Tpl e Cotral e saranno possibili degli stop dalle 8.30 alle 17 e poi dalle 20 fino al termine della giornata. Quindi, la fascia oraria in cui i trasporti saranno pienamente funzionanti sarà dalle 17 alle 20. A Napoli l'Anm garantirà i servizi dalle 5.30 alle 8.30 e dalle 17 alle 20, mentre a Milano lo sciopero Atm ha avuto inizio alle 8.45 e proseguirà fino alle 15, per poi riprendere dopo le 18. Per quanto riguarda Trenord, le fasce assicurate sono 6-9 e 18-21. Infine, a Venezia la protesta sarà dalle 9 alle 12 e dalle 15 fino a fine servizio, mentre a Bologna i trasporti saranno garantiti dalle 16.30 alle 19.30. Gli orari delle principali città rimanenti sono consultabili sul sito dell'Usb.

Le motivazioni: salari più alti e introduzione del reato di omicidio sul lavoro

Lo sciopero di oggi è frutto del rinvio di quello del 29 settembre in seguito alla precettazione del ministro Salvini, una decisione che ha portato l'Usb a richiedere un aggiornamento della "legge sulla regolamentazione degli scioperi nei servizi pubblici essenziali che in un modo sempre più aggressivo vuole vanificare la conflittualità della categoria impedendo l'esercizio del diritto di sciopero".

Le motivazioni della protesta indetta dal sindacato, come si legge nel loro sito, sono le seguenti:

  • salari e condizioni di lavoro dignitosi;
  • il superamento degli appalti e subappalti ad aziende private che offrono servizi di scarsa qualità e lavoro sottopagato;
  • l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro;
  • il salario minimo per legge a 10 euro l'ora.

La mobilitazione prevede anche delle manifestazioni che vedranno gli autoferrotranvieri radunarsi a Roma, Milano, Mestre, Venezia, Napoli, Perugia, Modena, Torino, Vicenza e Bari.

Domani ci sarà lo sciopero dei taxi

Se oggi protestano i lavoratori dei mezzi di trasporto pubblico, domani sarà il turno dei tassisti. Lo sciopero – proclamato da Usb, Orsa e Fast Confsal – bloccheranno il servizio per 24 ore, provocando disagi in particolare nelle grandi città italiane come Roma, Milano e Napoli. Le auto bianche protesteranno contro il decreto Asset, perché il pacchetto di norme approvato dal governo prevede interventi sul servizio dei taxi: aumento delle licenze fino al 20% in più nei comuni capoluogo di regione, sede di città metropolitana o di aeroporto; rilascio di licenze aggiuntive in caso di grandi eventi o flussi straordinari di turisti; procedura semplificata per la doppia guida. L'Usb è in particolare contro il primo punto del decreto, "un elemento negativo" che dà "la possibilità di rilasciare fino al 20% di nuove licenze taxi abrogando ogni norma che prevede una programmazione territoriale".

In risposta alla protesta, il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ricordato che la riforma "è stata presentata ai diversi attori prima di realizzarla", ritenendo lo sciopero "un po' a posteriori e poco comprensibile: invito i tassisti a rivede la loro posizione e a tornare al confronto e al dialogo". Ha poi sostenuto l'importanza di queste norme: "Da parte nostra era doveroso fare questo decreto: è da oltre vent'anni che non vengono rilasciate nuove licenze".

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