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Il Movimento 5 Stelle presenta la richiesta di impeachment per Napolitano

Il Movimento 5 Stelle presenterà in giornata i documenti per la messa in stato d’accusa di Giorgio Napolitano.
A cura di Redazione
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Aggiornamento ore 13:00 – Arriva la stringata risposta di Napolitano sulla presentazione della messa in stato d'accusa: "Il processo faccia il suo corso".

Aggiornamento ore 10:00 – Arriva la conferma formale: "Il Movimento 5 Stelle come annunciato in Aula dal capogruppo al Senato Vincenzo Maurizio Santangelo ha formalmente depositato in entrambi i rami del Parlamento la denuncia per la messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Alle ore 11.30 in Sala Nassirya al Senato conferenza stampa dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle per presentare l'atto di messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica. Parteciperanno: Luigi Di Maio, vicepresidente Camera dei Deputati, Federico d'Incà, capogruppo Movimento 5 Stelle Camera Vincenzo Maurizio Santangelo, capogruppo Movimento 5 Stelle Senato, Paola Taverna, cittadina al Senato – Movimento 5 Stelle Vito Crimi, cittadino al Senato – Movimento 5 Stelle".

A poche ore dalla controversa decisione di Laura Boldrini di applicare la ghigliottina (o tagliola) al dibattito parlamentare sul decreto Imu – Bankitalia, arrivano conferme sostanziali sulla volontà del Movimento 5 Stelle di chiedere la messa in stato d'accusa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Stando a quanto riportato in queste ore dai media, dunque, si porterebbe a compimento l'atto formale preannunciato qualche mese fa da Beppe Grillo, con la richiesta di impeachment presentata alle Camere. Si tratta di una "procedura" disciplinata dall'articolo 90 della Costituzione: "Il Presidente della Repubblica non è responsabile degli atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni, tranne che per alto tradimento o per attentato alla Costituzione. In tali casi è messo in stato di accusa dal Parlamento in seduta comune, a maggioranza assoluta dei suoi membri" (peraltro sulla questione era intervenuta anche la Commissione Bicamerale del 1997, prefigurando modifiche al testo).

Secondo quanto confidato da Villarosa al Fatto, le motivazioni sarebbero tre: "Napolitano ha firmato tanti decreti dichiarati incostituzionali, ha utilizzato il suo mandato per dare indicazioni politiche e si è rivolto al Movimento per denigrarlo, anche se non avrebbe potuto perché lui è super partes". Altre fonti invece chiamano in causa la questione delle intercettazioni con Mancino sulla presunta "trattativa Stato – mafia" e non è escluso che nel testo siano presenti riferimenti alla questione Terra dei Fuochi (anche se in quel caso non si tratterebbe di atti compiuti nell'esercizio delle sue funzioni). Ricordiamo ad onor del vero che la polemica parte dall'incontro di ottobre di Napolitano con i principali leader politici (ad esclusione del Movimento 5 Stelle) sulla legge elettorale (percorso peraltro affossato), con Grillo che scrisse un post al veleno: "Napolitano si è riunito insieme a 5 rappresentanti della maggioranza per decidere la legge elettorale. Nessun esponente del M5S, votato da 9 milioni di cittadini ne è stato messo al corrente. Non accetteremo mai una legge elettorale decisa dal garante dei partiti che hanno distrutto l’Italia negli ultimi vent’anni. Non accetteremo mai un “Napolitellum”. Napolitano è ormai oltre la democrazia e oltre la Costituzione. Presenteremo al più presto la richiesta di impeachment per Napolitano". Va infine chiarito che, nella storia repubblicana, non ci sono precedenti in merito alla messa in stato d'accusa del Capo dello Stato: solo nel 1991 l'allora Pds provò a mettere in stato d'accusa Cossiga, ma la procedura fu archiviata dal Parlamento nel 1993, quando già al Quirinale sedeva Scalfaro.

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